Con la più bassa affluenza a un referendum di adesione all’Unione europea (43,55%) i cittadini croati dicono sì all’ingresso del proprio Paese nell’Ue. I risultati del voto erano praticamente scontanti – sul 98% delle schede finora scrutinate, il 66,24% degli aventi diritto si è pronunciato a favore dell’adesione – anche perché la Croazia orbita da tempo all’interno dell’Eurozona e la sua ‘kuna’ è di fatto vincolata all’euro. Ma l’esito del referendum non porta con sé troppa euforia anche perché più della metà dei croati si è completamente disinteressata al referendum e mentre il primo ministro Zoran Milanovic parla di “decisione storica, cruciale per il nostro futuro”, i leader del fronte del no, per lo più composto da organizzazioni nazionaliste e ultraconservatrici, sostengono che la bassa affluenza mette in dubbio la legittimità, seppur non la legalità, del referendum, e hanno chiesto la sua ripetizione. L’Europa plaude al sì dei croati e chiede “un processo di ratifica senza problemi da parte del Parlamento croato e dei parlamenti di tutti gli Stati membri, in modo che la Croazia possa diventare il 28esimo membro dell’Unione l’1 luglio 2013”.
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