Italia fanalino di coda per innovazione tecnologica

Nonostante la nostra grande passione per l’hi tech, big del mondo e Paesi emergenti percepiscono il Belpaese arretrato in questo settore. Eppure un giovane italiano su due pensa che la società attuale si basi troppo sulla tecnologia, mentre il 76%, ritiene che ci renda meno umani

Italiani d’accordo sul fatto che la propensione all’innovazione sia un fattore importante di benessere sociale (lo afferma il 77% degli intervistati) eppure, nel nostro Paese, le cose non vanno benissimo. Anzi, in termini di innovazione tecnologica, l’Italia si conferma ultima tra i big del mondo e i Paesi emergenti: lo rivelano i dati del Barometro Intel e tutte le persone coinvolte dall’indagine, anche gli italiani stessi. Solo sette italiani su 100, infatti, riconoscono nel Governo una forza trainante per l’innovazione tecnologica nel Paese: peggio di noi, nessun altro. Risultati dell’indagine che fanno ancor più riflettere, però, se si considera il fatto che gli italiani sono paradossalmente tra i primi nel mondo per passione hi tech: uno su due dichiara di rincorrere sempre alle ultime novità tecnologiche. Ma le più propense in questo senso sono le donne italiane mature (di età superiore ai 45 anni) oltre a quelle che vivono nei mercati emergenti, entusiaste del ruolo della tecnologia nella loro vita: se in Cina più di sette donne su dieci di questa fascia di età sono convinte che non utilizziamo abbastanza tecnologia, le italiane ritengono che le innovazioni porteranno a miglioramenti nel campo dell’istruzione (56%), dei trasporti (42%), del lavoro (53%) e dell’assistenza sanitaria (51%), e sono inoltre maggiormente disposte ad accettare tecnologie che per le coetanee di altre nazioni potrebbero essere considerate troppo personali, come software che osservano le loro abitudini lavorative (70%) e monitorano le abitudini di studio degli studenti (70%), e persino bagni intelligenti che tengono sotto controllo la loro salute (74%).Di tutt’altra opinione, invece, i giovani: il 76% dei nativi digitali, a sorpresa, concorda sul fatto che la tecnologia renda le persone meno umane, mentre sei giovanissimi su dieci sono convinti che la società faccia troppo affidamento sulla tecnologia. Dati contrastanti, quindi, e che offrono una lettura rovesciata della nostra società nei confronti della tecnologia, da sempre prerogativa dei più giovani. Ma la generazione Y non demorde: è convinta che l’innovazione tecnologica renda la vita migliore (lo conferma l’86% dei giovani intervistati) e che addirittura aiuti i rapporti personali (lo pensa quasi il 60%).

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