Giornata mondiale della gentilezza: per salvare il mondo basta un sorriso

Tutto è iniziato 20 anni fa, a Tokyo. Alla scoperta del World Kindness Day, che si tiene ogni anno il 13 novembre

Un sorriso come scintilla di una rivoluzione. È questo, in sintesi, il senso della Giornata mondiale della gentilezza, una festa speciale che si celebra ogni 13 novembre, dedicata appunto alla cura del nostro prossimo. È un giorno in cui ci si chiede di saper sorridere, saper ascoltare, saper mettere il benessere del degli altri al centro, nella convinzione che la luce di tante piccole candele possa illuminare il mondo e che la cura, il rispetto, l’empatia e l’attenzione possano davvero essere contagiose.

Perché la giornata della gentilezza si tiene il 13 novembre

La festa cade in questa data per una ragione. Esattamente 20 anni fa, a Tokyo, si riunì per la prima volta il World Kindness Movement, organizzazione che racchiudeva sotto il suo ombrello singole associazioni nazionali che fino ad allora avevano propagandato l’importanza della gentilezza individualmente. Era il 13 novembre. Da allora, un numero sempre maggiore di Paesi ha accettato di riconoscere questa festa. In Australia, il ministero dell’Istruzione è arrivato a inserirla nel calendario scolastico federale.

Il WKM, che ha come obiettivo principale quello di ispirare i singoli individui e di connettere i Paesi in modo da creare un mondo più gentile, ha anche una sua articolazione interna: c’è un’Assemblea generale che funge da organo legislativo ed elegge un International Council composto da 10 membri che rimangono in carica per due anni. Attualmente, il braccio esecutivo dell’organizzazione è guidato da Cristina Milani, dell’associazione svizzera Gentletude, la presidente, e da Stephen Oke, il vicepresidente, proveniente da World Kindness Nigeria. Il segretario generale è l’olandese Gabriella van Rij, di Human Kindness – Netherlands.

Chi guida il World Kindness Movement e chi ne fa parte

L’ultima assemblea generale, la nona, si è tenuta a settembre a Seoul. In quell’occasione, è stata firmata la Dichiarazione per un mondo più gentile ed è stato inserito un articolo, la cosiddetta Clausola 28, alla costituzione dell’organizzazione. Si tratta di un testo molto lungo, composto di sei commi, che orienta il comportamento dei membri del movimento, soprattutto nel caso in cui dovessero emergere divergenze o dissapori. Al momento, sono 28 i Paesi rappresentati nel World Kindness Movement. L’Italia è tra questi, insieme ad Australia, Brasile, Canada, Cina, Emirati Arabi Uniti, Francia, India, Giappone, Gran Bretagna, Malaysia, Liberia, Messico, Nepal, Olanda, Nuova Zelanda, Nigeria, Oman, Pakistan, Romania, Scozia, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Thailandia e Ucraina.

Tra i fondatori del WKM, c’è un italiano, Giorgio Aiassa, di recente nominato ambasciatore emerito dell’organizzazione. Una curiosità finale merita di essere menzionata. Sulla pagina in francese che Wikipedia dedica al gruppo, c’è scritto che la festa è stata spostata al 3 novembre perché non si sovrapponga all’anniversario degli attentati di Parigi e della strage del Bataclàn. Di fatto, non sembra che il resto del mondo abbia recepito questa decisione. Un gesto poco gentile, a pensarci bene.

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