«Il fenomeno del gioco d’azzardo sta assumendo contorni di una vera e propria dipendenza psicologica, in un periodo di difficoltà economica il miraggio di una ricchezza facile ha mandato in rovina molte persone. Sono a rischio, in particolare, i giovani, i disoccupati e le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, e anche gli anziani rimasti soli». A lanciare il monito Andrea Ricciardi, ministro per la Cooperazione internazionale e la Integrazione con delega per i Giovani, la Famiglia e la lotta alle dipendenze. «Ho chiesto ai miei uffici di studiare il problema, che è piuttosto complesso. L’obiettivo è di arrivare al divieto di pubblicità, come nel caso delle sigarette o, almeno, a una ferrea regolamentazione degli spot. Lo Stato incassa molte risorse da questo settore, ma – sottolinea Ricciardi – non può non occuparsi delle categorie più a rischio e dei problemi non marginali, spesso veri e propri drammi sociali, che il gioco d’azzardo produce». Secondo gli ultimi dati, contenuti nella relazione della Commissione Antimafia (che ha esaminato l’aspetto dal punto di vista delle infiltrazioni della criminalità organizzata) sono oltre un milione gli italiani che soffrono di ludopatia, ovvero che presentano la patologia del gioco ‘compulsivo’. Tra le ipotesi per limitare il problema, in attesa che venga riconosciuto come patologia anche dal Servizio Sanitario Nazionale, dunque la limitazione della pubblicità di scommesse, lotterie e giochi on line. Un intervento diretto del legislatore, non semplice. Il problema da superare è come recuperare quelle cifre che al momento lo Stato incassa proprio dal settore, decisamente anti-ciclico, dei giochi.
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