Generali porta in tribunale gli ex vertici

L’accusa, per l’ex ad Giovanni Perissinotto e l’ex dg Raffaele Agresti, è di irregolarità di governance e investimenti poco trasparenti. Ora dovranno restituire, rispettivamente, 11 milioni e 6 milioni di euro

Dopo cinque ore di lavoro, il board del gruppo finanziario Generali ha deliberato di procedere contro gli ex vertici della società. Solo uno il voto contrario: quello di Lorenzo Pelliccioli. Il consiglio ha dunque dato mandato al group ceo Mario Greco di “avviare immediatamente le idonee azioni risarcitorie e di responsabilità in sede giuslavoristica nei confronti dei due ex top manager della compagnia”, come si legge nella nota ufficiale. Nel mirino, dunque, l’ex ad Giovanni Perissinotto e l’ex dg Raffaele Agrusti, accusati di irregolarità e di investimenti poco trasparenti. Da qui la decisione di revocare la buonuscita di Agrusti, pari a 6 milioni (non ancora versati), e di chiedere la restituzione a Perissinotto degli 11 milioni ricevuti al momento di uscire da Generali. Inoltre verrà chiesto loro un risarcimento danni. Sempre nella nota ufficiale, infatti, si legge: “Al fine di tutelare con massima rapidità ed efficacia gli interessi patrimoniali della società, al group Ceo è stato dato mandato di intraprendere le azioni giudiziarie in sede giuslavoristica volte a impugnare e contestare gli accordi risolutivi dei rapporti di lavoro conclusi con Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti, all’estinzione dei titoli vantati da Raffaele Agrusti nei confronti della società, al recupero delle somme pagate a Giovanni Perissinotto, nonché – per entrambi – alla richiesta di risarcimento dei danni subiti a causa dell’inadempimento degli obblighi derivanti dai rispettivi rapporti di lavoro subordinato, adottando allo scopo ogni opportuna misura, iniziativa e azione”.

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