«Ce la faremo», assicura il presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Una frase che suona, al contempo, come una promessa, un mantra, una sfida.
Perché quella di cui si è fatto carico Cantone è un’operazione monumentale: passare in rassegna appalti, gestione di catering, servizi di vigilanza, allestimenti, lavori di pulizie, manutenzione e qualsivoglia attività riguardante Expo2015, per garantire la trasparenza e la correttezza delle operazioni.
«La collaborazione con i vertici di Expo sta funzionando, l’importante è recepire in fretta le indicazioni che arrivano dal nostro ufficio», continua Cantone. Che presenta il primo bilancio dell’attività dell’Anac, iniziata a giugno 2014.
PRIMO STEP. Da allora sono stati passati in rassegna 65 procedure e bandi, di cui 53 con «rilievi di legittimità o opportunità», 6 commissioni di gara, di cui 4 con rilievi; 9 aggiudicazioni, di cui 7 con rilievi. In totale: 93 operazioni tra procedure, bandi, commissioni e aggiudicazioni, di cui 72 con rilievi.
Le contestazioni riguardano soprattutto la stesura dei bandi ma non sono mancati casi in cui a essere irregolari erano le procedure stesse.
INFILTRAZIONI. Non solo. Stando al Comitato di controllo del Viminale «fino al 31 dicembre 2014, sono state adottate 66 informazioni interdittive antimafia relative a 46 imprese, coinvolte in vario titolo in opere essenziali o connesse allo svolgimento di Expo2015».
Da qui, peraltro, la collaborazione tra Anac e il Ministero degli Interni. «Ci sono ancora incognite relative a Piastra e a Palazzo Italia, stiamo lavorando sulle transazioni e attendiamo il parere dell’avvocatura dello Stato», continua Cantone. «Bisogna trovare assolutamente una soluzione. I lavori stanno comunque andando avanti e dunque siamo fiduciosi sul fatto che alla fine riusciremo a raggiungere il risultato risolvendo tutti i problemi».
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