Crac Parmalat, 18 anni di reclusione per Calisto Tanzi

Il Tribunale di Parma ha condannato l’ex patron della società in seguito alla bancarotta da 14 miliardi di euro. “Non mi aspettavo una pena così severa” ammette Tanzi. “Ricorreremo in appello” replicano i legali

Una condanna a 18 anni di reclusione in seguito al crac della Parmalat del 2003 che ha causato un buco da 14 miliardi di euro. Mano pesante del Tribunale di Parma, presieduto dal giudice Eleonora Fiengo, che ha inflitto all’ex patron della società, Calisto Tanzi, una pena molto vicina alle richieste del pubblico ministero (richiesti 20 anni di reclusione). La condanna è stata decisa dopo sei ore di camera di consiglio. “Non mi aspettavo una sentenza così severa” ha ammesso lo stesso Tanzi al suo legale Giampiero Biancolella che, subito dopo la lettura della lunga sentenza del processo Parmalat, lo informato sulla condanna. Intanto un altro legale, l’avvocato Fabio Belloni, ha già assicurato un ricorso in appello.

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Per il crac Parmalat sono condannati anche altri dirigenti della società. Fausto Tonna è stato infatti condannato a 14 anni, mentre 10 anni e mezzo sono stati stabiliti per il fratello di Calisto, Giovanni Tanzi. Condannati anche gli altri dirigenti a giudizio: Luciano Siligardi, ex membro del cda, a 6 anni; Domenico Barili, a 8 anni; Paolo Sciumè a 5 anni e 4 mesi; Camillo Florini a 5 anni; Giovanni Bonici, ex presidente di Parmalat Venezuela, a 5 anni. Davide Fratta a 4 anni; Rosario Lucio Calogero a 5 anni e 4 mesi; Mario Mutti a 5 anni e 4 mesi; Enrico Barachini a 4 anni; Giuliano Panizzi a 4 anni; Sergio Erede a 1 anno e 6 mesi. Ammonta invece a 2 miliardi di euro la provvisionale riconosciuta alla Parmalat come risarcimento. A tutti gli imputati viene contestata al bancarotta fraudolenta per il crac del gruppo di Collecchio, crollato nel 2003 sotto il peso di un buco da 14 miliardi di euro, mentre solo alcuni devono rispondere anche di associazione a delinquere

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