Corruzione percepita, Italia sempre in fondo alla classifica europea

Nonostante la situazione a livello internazionale sia migliorata, il nostro Paese si distingue di nuovo come uno fra i più corrotti dell’Ue

L’Italia, per quel che riguarda la corruzione, conquista sempre il podio europeo: il nostro Paese resta in coda (al 61° posto, è peggiore solo la Bulgaria) per la minore percezione della corruzione nella vita pubblica, e conquista dunque il secondo posto nella classifica degli Statu Ue con il maggior grado di malaffare a investire i cittadini.

CORRUZIONE PERCEPITA. La classifica viene messa insieme attraverso i pareri raccolti in ambito internazionale di uomini d’affari, esperti e di chi ha a che fare con le Pubbliche Amministrazioni, e si trova quindi in condizione di denunciare l’incidenza della corruzione negli uffici statali nel proprio Paese. Gli intervistati sono tenuti a valutare il proprio Stato dandogli un punteggio che varia da 0 (il più alto grado di corruzione) a 100 (il minore, invece). Dato che il malaffare è un fenomeno sommerso, non esistono dati oggettivi su cui basarsi per stilare la classifica: ci si affida dunque alla percezione della popolazione coinvolta.

I RISULTATI DEL RAPPORTO. La graduatoria, presentata nel rapporto 2016 di Transparency International, riporta comunque, per gli italiani, un leggero miglioramento del trend. Infatti, sebbene l’Italia non sia riuscita a schiodarsi dalla posizione 61 in ambito europeo (che nell’anno appena trascorso è rimasta uguale a quella del 2014), si notano movimenti di segno positivo nella classifica mondiale, dove il nostro Paese sale dal 69° al 61° posto, grazie al peggioramento nelle performance di altri Stati, tra i quali il Brasile. In cima alla graduatoria, con un indice pari a 91, resta come per il 2014 la Danimarca; seguono altri due Paesi Nordici, Finlandia (90) e Svezia (89), e la Nuova Zelanda (88). L’indice “conquistato” dallo Stato italiano è pari a 44, molto al di sotto della media europea, che si attesta sui 67 punti; meglio del Bel paese fanno perfino Ruanda (54), Cuba e Ghana (47). Corea del Nord e Somalia chiudono invece la classifica come gli Stati più corrotti, con un indice di appena 8 punti.

UN PROBLEMA ITALIANO. Quello di Transparency non è comunque né la prima né l’ultima conferma della gravità della corruzione in Italia: la Commissione europea, infatti, aveva già messo in evidenza l’opinione dei nostri cittadini relativamente al fenomeno del malaffare, evidenziando come il 58% della popolazione intervistata pensasse che fosse molto diffuso. L’Ipsos, invece, come sottolineato da Confindustria nel 2014, aveva già denunciato nel 2010 la difficile situazione che vivevano gli imprenditori che si trovavano a svolgere i loro affari in Italia: il 62 per cento di loro aveva infatti espresso un giudizio da negativo a molto negativo sullo stato della corruzione nel Bel Paese.

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