Con Atlantis si chiude l’era dello Shuttle, 196 miliardi in 30 anni

Dalla prima navetta del 1976 al volo previsto per venerdì 8 luglio. In un video si racconta la storia della navetta spaziale più famosa al mondo che, nella sua ultima missione, porterà con sé anche un po’ d’Italia

Ci sono state le tragedie del Challenger e del Columbia, ma anche missioni fondamentali che hanno permesso di costruire (e mantenere) la Stazione Spaziale Internazionale e portare in orbita il telescopio spaziale Hubble. Ma l’ultimo volo dello Shuttle Atlantis – partenza prevista da Cape Canaveral venerdì 8 luglio, meteo permettendo – segnerà la fine del programma della Nasa, un programma da 135 missioni in 30 anni d’attività che ha portato nello spazio 355 uomini, 179 satelliti e 52 carichi utili per un totale di oltre 1.700 tonnellate. Cronistoria. Il primo shuttle, l’Enterprise, era uscito dagli stabilimenti il 17 settembre 1976 e non era destinato a volare nello spazio ma solo ai test per simulare il rientro. La prima navetta a volare, il 12 aprile 1981, è stata il Columbia che ha rivoluzionato i voli spaziali grazie alla sua riutilizzabilità. La Columbia fu la prima a essere lanciata con uomini a bordo nel volo inaugurale e la prima ad essere alimentata da un serbatoio esterno. “Il programma prevedeva inizialmente lanci molto frequenti, circa uno a settimana, dal costo di circa 100 milioni di dollari”, spiega all’Ansa Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Ma le cose sono andate molto diversamente. Il 28 gennaio 1986 è arrivata la prima doccia fredda con la tragedia del Challenger. La lunga pausa imposta dall’esigenza di garantire la sicurezza dei voli futuri ha costretto a diradare il calendario dei voli e ha imposto un deciso aumento dei costi, saliti attualmente fino a 500 milioni di dollari a lancio. L’altra giornata terribile dello spazio è stata il primo febbraio 2003, quando il Columbia si disintegrò nel rientro. Il programma è ripartito solo dopo due anni di fermo dei lanci, con una corsa serrata per riuscire a completare la Stazione Spaziale. Ora, dopo 30 anni e più di 196 miliardi di dollari d’investimenti, il percorso sembra concluso. Venerdì alle 11.26 (le 17.26 italiane) è previsto il lancio anche se solo con il “30% di condizioni favorevoli”. L’ultima missione dello shuttle parlerà italiano. Nella stiva dell’Atlantis, infatti, si trova Raffaello, uno dei moduli logistici pressurizzati (Mplm) realizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per la Nasa. Raffaello è stato costruito in Italia dalla Thales Alenia Space (Thales-Finmeccanica) come gli altri due moduli: Donatello, che non ha mai volato, e Leonardo, che è recentemente è diventato parte della stazione orbitale. Adesso Raffaello è pronto per consegnare il suo ultimo carico.

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