Con la nostra giustizia lumaca, sequestrare i conti è una mannaia sulle aziende

Corrotti come i mafiosi: la magistratura avrà facoltà di sequestrare i conti degli imprenditori. Ma con i tempi della giustizia quanto ci vorrà per tutelare gli innocenti?

Il codice antimafia diventa legge 259 sì e 107 no alla Camera. Nonostante le tante critiche, è arrivato il via libera al ddl che ha come novità principale le nuove misure di prevenzione patrimoniale. Così da una parte si rende più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari e dall’altra si amplia la disciplina dei beni sequestrati includendo corrotti, stalker e terroristi. Insomma, i presunto corrotti saranno equiparati ai mafiosi e i giudici potranno sequestrare i conti delle aziende coinvolte in un’indagine. Ma con i tempi lunghi della giustizia italiana chi tutelerà l’attività delle imprese che un giorno saranno poi dichiarate innocenti?

Codice Antimafia, sequestrare i conti è una mannaia sulle aziende

«Da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione. Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto», ha scritto il ministro della Giustizia Andrea Orlando su Facebook. Sodisfatti sindacati e associazioni, ma non mancano le voci contrarie. «Con la pessima riforma del codice antimafia siamo al ‘panpenalismo’», dice Renato Brunetta di Forza Italia. «Non c’è alcuna distinzione, si porta tutto sul piano penale, senza selezionare le singole tipologie di reato. A nostro avviso quest’estensione del penale a reati che nulla hanno a che fare con la criminalità mafiosa o con quella economica è inaccettabile».

Cosa prevede il nuovo codice antimafia

Il testo ha impiegato quasi due anni per diventare legge dal primo sì della Camera nel 2015. Ecco i provvedimenti definitivi:

CORROTTI

Le misure di prevenzione potranno essere applicate anche a chi è indiziato di aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, così come a chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) – anche in atti giudiziari – e concussione.

SEQUESTRO-CONFISCA

L’applicazione di tali misure sarà più veloce e tempestiva. Saranno istituite sezioni o collegi appositi per trattare questi procedimenti. Sarà possibile allargare la confisca anche nel caso in cui il patrimonio dell’autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito e il condannato non è in grado giustificare la provenienza dei beni. Confisca allargata obbligatoria per alcuni ecoreati e per l’autoriciclaggio, applicabile anche in caso di amnistia, prescrizione o morte del colpevole.

CONTROLLO GIUDIZIARIO

Viene introdotto anche il controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose, per un periodo da uno a tre anni.

TRASPARENZA DEGLI INCARICHI

Cambia la procedura di nomina e revoca dell’amministratore giudiziario di beni confiscati: l’incarico non potrà essere dato a parenti né a “conviventi e commensali abituali” del magistrato che lo conferisce.

SOSTEGNO AZIENDE SEQUESTRATE

Per favorire la ripresa delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l’anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro.

NUOVA AGENZIA

Viene riorganizza l’Agenzia nazionale per i beni confiscati dotandola di un organico di 200 persone e che rimane sotto la vigilanza del ministero dell’Interno.

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