Chi l’ha detto che per diventare un imprenditore di successo nel settore hi tech serva per forza essere laureati con lode in materie Stem? Certo, una laurea in informatica o in ingegneria elettronica può essere molto utile, ma non è detto che chi è laureato in filosofia o in letteratura o chi non è particolarmente brillante negli studi non possa diventare il nuovo Steve Jobs, Bill Gates o Jeff Bezos. L’importante è che, prima o poi, acquisisca competenze e specializzazioni ad hoc o sia in grado di esprimere tutto il suo talento. Lo dimostrano alcuni esempi celebri.
Ora è il proprietario di un colosso, ma da studente Jack Ma non ha avuto vita facile. Prima di essere ammesso all’università e laurearsi, infatti, ha dovuto fare non uno, bensì ben quattro tentativi. Fra l’altro, in una facoltà che apparentemente ha poco a che fare con la tecnologia: quella di inglese. Poi, però, ha conseguito un master in Business Administration.
L’esperto numero al mondo del mercato del lavoro non ha conseguito chissà quale specializzazione in business. Prima si è laureato in sociologia dei sistemi simbolici e scienze cognitive e poi ha conseguito una sorta di master in filosofia. Anche Stewart Butterfield, alla guida di Slack, ha una laurea e una specializzazione in filosofia. E, a detta sua, gli sono state entrambe molto utili. “Studiare filosofia mi ha insegnato due cose. Ho imparato a scrivere in modo molto chiaro e a seguire una discussione fino in fondo, cosa preziosa durante le riunioni” ha detto a Forbes.
Prima di intraprendere la strada che lo ha portato a fondare Netflix, Reed Hastings ha fatto il venditore di aspirapolveri porta-a-porta. E ha addirittura rimandato l’ingresso all’università per proseguire il proprio lavoro estivo. Poi però si è laureato in matematica e scienze informatiche in due facoltà diverse.
Il re dei computer non ha mai concluso l’università. Si era iscritto ad Harvard, ma invece di frequentare le lezioni e studiare, passava il tempo andando a corsi a cui non era iscritto e studiando i pc dell’ateneo. Probabilmente è stato meglio così. Anche Mark Zuckerberg, padre di Facebook, non ha terminato né la prima facoltà a cui si è iscritto, quella di psicologia, né la seconda, quella di scienze informatiche: al secondo anno si è ritirato per trasferirsi a Palo Alto, dove ha costruito il suo impero. Fra gli addii celebri anche quelli di Travis Kalanick, a.d. di Uber, ed Evan Spiegel, a capo di Snapchat: entrambi hanno abbandonato l’università prima di concluderla.
Niente facoltà di informatica nemmeno per Sunder Pichai, oggi alla guida di Google. Per lui, una laurea in ingegneria metallurgica e un master in scienza e ingegneria dei materiali. Anche Tim Cook, ad di Apple, vanta una laurea in ingegneria, però industriale.
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