Snam: 11,5 miliardi di investimenti per la transizione energetica

La società investe in un’infrastruttura multi-molecola al servizio della transizione. Gli obiettivi: traguardo net zero al 2050 su tutte le emissioni e crescita per tutti gli stakeholder

Stefano-Venier-Monica-de-Virgiliis-SnamDa sinistra, Stefano Venier e Monica de Virgiliis, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Snam

Crescono gli investimenti di Snam sul fronte della transizione energetica. Nella giornata di ieri il Consiglio di amministrazione della società, presieduto da Monica de Virgiliis, ha approvato il piano strategico 2023-2027, che prevede 11,5 miliardi di euro di investimento (+15% sul precedente piano 2022-2026) per un’infrastruttura multi-molecola al servizio della transizione energetica. Le sfide principali ora sono due: diventare net zero al 2050 su tutte le emissioni e garantire la crescita per tutti gli stakeholder.

“In un contesto energetico globale che continua a essere sfidante e volatile, investiremo nello sviluppo di un’infrastruttura in grado di gestire in modo sempre più flessibile una pluralità di molecole verso la neutralità carbonica del Paese”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier. “Prosegue il nostro impegno per rafforzare la sicurezza energetica, garantendo infrastrutture per forniture diversificate e sostenibili nel lungo periodo e supportando il percorso di transizione, anche attraverso progetti considerati strategici a livello europeo. Lo faremo assicurando ritorni in crescita a tutti i nostri stakeholder, con una strategia di sostenibilità ampliata, che all’impegno sul fronte delle emissioni affianca il mantenimento di altri equilibri come quello della biodiversità e della rigenerazione territoriale”.

Il Piano strategico 2023-2027 di Snam

Gli investimenti sono destinati al rafforzamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e Gnl e ai business della transizione (biometano, CCS, idrogeno ed efficienza energetica). In particolare, il 58% degli investimenti netti è allineato ai Sustainable Development Goals e il 37% alla Tassonomia Europea. Intanto le voci della società di San Donato Milanese hanno tutte il segno positivo davanti.

Il Rab (Regulatory Asset Base) segna una crescita superiore al 6% medio annuo (5% nel precedente piano), mentre l’Ebitda registra un aumento del 7,4% medio annuo (circa 7% nel precedente piano) grazie all’incremento degli investimenti, alle componenti regolatorie e al contributo dei business della transizione energetica.

L’utile netto vanta una crescita di circa il 4% medio annuo (3% nel piano precedente), nonostante tassi di interesse più onerosi, i dividendi vedono una crescita minima aumentata al 3% (rispetto al 2,5% precedente).

Aumenta, inoltre, fino all’85% al 2027 (80% nel precedente piano) il peso della finanza sostenibile sul totale del funding. L’impegno di sostenibilità nel medio-lungo periodo è potenziato: oltre all’obiettivo net zero su tutte le emissioni (Scope 1, 2 e 3) entro 26 anni, c’è il nuovo target sulla biodiversità, con impatto da neutrale (2024) a positivo dal 2027.

Si prevedono, infine, opportunità di investimenti fino a 26 miliardi di euro nel periodo 2023-2032, focalizzati su potenziamento della sicurezza e flessibilità del sistema, e finalizzati alla transizione energetica anche attraverso lo sviluppo della dorsale dell’idrogeno.

© Riproduzione riservata