Un chiaro segno che l’attenzione all’ambiente e al pianeta sta diventando un valore centrale nel panorama economico del nostro Paese: nel 2024 ben 15 aziende italiane sono entrate a far parte del prestigioso Dow Jones Sustainability World Index, che misura la sostenibilità delle imprese globali.
L’ingresso nell’elenco è un traguardo ambitissimo per tutte le realtà impegnate nell’adozione di pratiche responsabili: include solo il 10% delle 2.500 maggiori aziende mondiali, selezionate sulla base di rigorosi criteri ambientali, sociali ed economici, con l’obiettivo di premiare quelle realtà capaci di perseguire una crescita a lungo termine senza compromettere il benessere delle generazioni future.
Le imprese italiane, sempre più consapevoli delle sfide globali legate alla sostenibilità, stanno dimostrando di essere all’avanguardia in questo ambito. Tra quelle che si sono distinte spicca Pirelli, che riconferma la propria posizione al primo posto nei settori Auto Components e Automobiles, sia a livello mondiale che europeo.
Con un punteggio di 84 su 100, significativamente superiore alla media di settore (29 nel caso delle componenti auto e 35 per le automobili), l’azienda ha ottenuto riconoscimenti per le sue politiche in ambito etico, per la gestione dei cambiamenti climatici, per la promozione dei diritti umani e per la sicurezza sul lavoro. Il suo impegno verso la sostenibilità è evidente anche nel percorso verso l’obiettivo Net Zero al 2040, con un focus su prodotti a bassa emissione di carbonio.
C’è poi un altro gigante made in Italy che ha consolidato la propria leadership: Poste Italiane, presente nel Dow Jones Sustainability Index per sei anni consecutivi, brilla nel settore assicurativo risultando prima in Europa e seconda a livello mondiale. Il gruppo ha ottenuto un punteggio di 90, ben oltre la media del settore pari a 44 punti, confermando l’efficacia delle sue politiche ESG, in particolare nel sociale, dove ha raggiunto il punteggio massimo di 98.
Anche Intesa Sanpaolo si conferma come uno degli attori più rilevanti nel panorama bancario internazionale in termini di sostenibilità: l’unica banca italiana presente da 14 anni consecutivi, ha raggiunto un punteggio di 85 su 100, ben al di sopra della media del settore bancario. Il risultato sottolinea il suo impegno nella promozione di una finanza responsabile, che integra aspetti ambientali e sociali in tutte le sue operazioni.
Non solo grandi gruppi, ma anche aziende di settori specifici, come Prysmian, Italgas, Leonardo e Moncler, sono riuscite a entrare in questo selettivo indice grazie al loro impegno nella sostenibilità. Prysmian, leader nel settore dei cavi per energia e telecomunicazioni, ha ridotto le sue emissioni di gas serra in modo significativo, con un abbattimento del 36% delle emissioni Scope 1 e 2 e un -13% per le emissioni Scope 3.
Italgas ha riconfermato il primato mondiale tra le gas utilities con un punteggio di 91 su 100, segno di una costante attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale. Leonardo, invece, ha confermato la sua posizione di leadership nel settore aerospaziale, mentre Moncler si è distinta nel settore del lusso grazie all’adozione di energia 100% rinnovabile e al riciclo completo degli scarti produttivi di nylon.
Oltre a queste, altre aziende italiane come Saipem, Nexi, Generali, Enel, Hera, Snam e Terna sono presenti nel DJSI World, dimostrando che la sostenibilità sta diventando una componente fondamentale delle strategie aziendali del Belpaese ed evidenziando che l’Italia sta giocando un ruolo sempre più rilevante in un contesto globale che richiede soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali e sociali.
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