Navi a energia nucleare: ci provano Fincantieri, Newcleo e Rina

Le tre società firmano un accordo per esplorare l'applicazione di un progetto di mini-reattore chiuso da utilizzare su grandi navi, con il potenziale di decarbonizzare l'industria navale

navi a energia nucleareStewart Sutton/iStockPhoto

Navi a energia nucleare per rendere il mare più pulito. È questa la sfida accettata da Newcleo, azienda di tecnologie nucleari impegnata nello sviluppo di reattori innovativi di IV generazione che utilizzano scorie nucleari esistenti come combustibile, che ha annunciato di aver firmato un accordo con le italiane Fincantieri e Rina. L’obiettivo? Realizzare insieme uno studio di fattibilità per applicazioni nucleari nel settore navale, sfruttando la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (Smr) di Newcleo.

Come funzionerebbero le navi a energia nucleare

Come evidenziato in una nota congiunta delle tre società, l’impiego del reattore veloce raffreddato al piombo di Newcleo per la propulsione navale comporterebbe l’installazione di un mini-reattore chiuso sulle navi, che funzionerebbe alla stregua di una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 MW. Ciò richiederebbe “rifornimenti sporadici (solo una volta ogni 10-15 anni), una manutenzione molto limitata e una facile sostituzione del reattore a fine vita”.

L’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi contribuirebbe a decarbonizzare rapidamente un settore alle prese con l’enorme consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di carbonio. L’industria navale, attraverso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), ha approvato la scorsa settimana al MEPC(80) i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, per azzerarle entro o intorno al 2050.

Cosa accadrebbe in caso di incidente

L’utilizzo dell’energia nucleare sulle navi salvaguarderebbe anche l’ecosistema marino in caso di incidente. Con il progetto di Newcleo, il piombo liquido all’interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l’acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo tutte le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo.

Infine, i reattori per prolusione navale di Newcleo eliminerebbero l’attuale necessità di rifornimenti frequenti e, al termine della loro vita, l’intera unità verrebbe semplicemente rimossa e sostituita con una nuova, mentre l’unità esaurita verrebbe portata via per lo smantellamento e il riprocessamento.

“Sono lieto di lanciare insieme a Fincantieri e Rina un progetto di propulsione navale nucleare civile con questo importante studio di fattibilità”, ha commentato Stefano Buono, presidente e Ceo di Newcleo. “Fincantieri e Rina sono due leader mondiali nel settore navale e la combinazione delle loro competenze con la nostra innovazione tecnologica può portare una soluzione concreta al problema delle emissioni di carbonio nel trasporto marittimo. Guardo con fiducia ai risultati dello studio di fattibilità e alle prossime tappe del progetto”.

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