Italia al 30° posto (su 47 Paesi) per capacità di innovazione

talia al 30° posto per capacità di innovazione: investimenti, ricerca e capitale umano (+20,6% del PIL entro il 2040)© Shutterstock

L’Italia, attualmente al 30° posto per capacità di innovazione, secondo i dati resi pubblici dal Teha-Global Innosystem Index 2025 ha un potenziale che va sfruttato affinché diventi volano di crescita e occupazione. Il motore sono i ricercatori e gli scienziati italiani, una tecnologia all’avanguardia, due dei dieci supercomputer più potenti al mondo e un export con un saldo commerciale molto positivo. 

A frenare il Paese sono i pochi investimenti nel settore, nel sistema educativo, nella ricerca e nello sviluppo. Il 30° posto è al momento un fallimento, considerando che si basa su un totale di 47 Paesi più avanzati al mondo e che è sceso di due posizioni rispetto al 2022.

Sui tre gradini del podio, invece, si trovano Israele, Singapore e Regno Unito, seguiti dagli altri principali Stati europei. Anche la Spagna è più avanti dell’Italia e ha guadagnato quattro posizioni rispetto alla classifica di tre anni fa.

I dettagli della ricerca

Rispetto alla capacità di formare e attrarre capitale umano qualificato, lItalia è al 36° posto, sale al 27° invece se si pensa agli investimenti pubblici e privati. Se si pensa alla creazione di un ambiente attrattivo per investimenti e talenti, il nostro Paese è in 20esima posizione. Sul fronte ricerca scientifica ed export si trova al 7° posto.

“Ormai è provato che le nazioni che investono di più in ricerca e sviluppo sono quelle che crescono di più, rispetto ai loro competitor. Il nostro Paese sconta una storica arretratezza sul fronte degli investimenti in istruzione e ricerca – ha detto Valerio De Molli, Managing partner & Ceo di The European House – Ambrosetti and Teha Group -. Nel confronto con gli altri Paesi, l’Italia investe nell’istruzione poco più della metà (in termini percentuali rispetto al Pil) di quello che fa la Svezia, al primo posto: il 4,2% contro il 7,6%”.

Una notizia che fa ben sperare è che l’Italia, al 30° posto per capacità di innovazione, è prima in Europa per tasso di successo dei brevetti , con il 76,6%, seconda nell’Unione e settima al mondoper presenza di ricercatori nel 2% degli scienziati più citati al mondo. 

Secondo lo studio elaborato da Teha, l’Italia potrebbe passare dal 30° al 18° posto – e registrerebbe una crescita del Pil pari al +20,6% e a +475,3 miliardi di dollari – in 15 anni. Questo a patto che il Paese implementi misure di politica economica, finanziaria, industriale e sociale volte ad allinearla alla media dei primi cinque Paesi di riferimento dell’Ue.

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