La sostenibilità premia e non solo a livello etico o morale: le imprese che interagiscono in maniera virtuosa con l’ambiente, con il territorio e con le persone ottengono anche dei vantaggi economici, perché riscontrano una maggiore propensione da parte degli istituti finanziari a concedere credito.
A evidenziarlo è Crif, società bolognese specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information, analytics, servizi di outsourcing e processing, nonché in avanzate soluzioni in ambito digitale e open banking per lo sviluppo del business. Per il secondo anno consecutivo Crif ha realizzato l’ESG Outlook, studio mirato a valutare l’impatto crescente dei fattori ESG sulle imprese italiane, oltre che quello delle nuove norme UE sul processo decisionale delle banche.
L’analisi ha indagato il livello di sostenibilità di circa 300mila piccole e medie imprese, confrontandolo con quello delle più grandi. Da una parte è emerso che il percorso verso la sostenibilità ha ancora ampi margini di crescita (si registra un distacco ancora significativo tra lo score ESG delle PMI e quello delle grandi aziende) ma dall’altra è stata rilevata una crescente consapevolezza che incoraggia le PMI ad adottare pratiche sostenibili.
Una consapevolezza che viene incoraggiata dagli istituti di credito: Crif ha rilevato un’evidente relazione tra adeguatezza ai criteri di sostenibilità e rischio creditizio delle PMI, con tassi di default che si riducono man mano che l’adeguatezza ESG aumenta. Nello specifico è emerso che, nel secondo semestre del 2023, i finanziamenti con maggior adeguatezza ESG hanno un tasso di default minore del 34% rispetto alla media, mentre la classe ESG peggiore presenta un tasso di default superiore dell’11%.
Inoltre, nel secondo semestre del 2023 il grado di adeguatezza ESG sia diventato una discriminante importante nell’erogazione dei finanziamenti. Le PMI con un elevato livello di adeguatezza ESG hanno beneficiato di un tasso di erogazione dell’11% più alto rispetto alla media, confermando la rilevanza dei fattori ESG non solo nella valutazione del rischio di credito ma, come abbiamo detto all’inizio, anche nella propensione delle banche a concedere finanziamenti.
Di contro, le imprese con uno score ESG molto basso hanno registrato un calo del 6% nel tasso di accesso ai finanziamenti, mentre quelle con uno score ESG basso hanno subìto una riduzione del 3%.
In sostanza, l’analisi mostra chiaramente come le PMI che si distinguono per un forte e concreto impegno verso la sostenibilità ricevano un crescente riconoscimento da parte degli istituti finanziari, che vedono in loro non solo un minore rischio di credito ma anche una maggiore affidabilità nel lungo termine.
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