Ti faccio d’oro

Da piccola bottega artigiana a designer di mobili d’ufficio realizzati con la tecnica della doratura. Così Simona Casadio e Roberto Venturi traghettano nella modernità un lavoro antichissimo

Qualunque cosa toccano diventa d’oro. Persino una scatola porta-kleenex o un contenitore per guanti chirurgici. I re Mida si chiamano Simona Casadio e Roberto Venturi, vivono e lavorano a Faenza, in provincia di Ravenna, e sono tra i pochissimi sopravvissuti di un lavoro artigianale quasi scomparso: la doratura. Sono anche l’esempio di come un mestiere antichissimo possa adeguarsi ai tempi, fare un salto nella modernità, assumere caratteristiche di una vera industria di design e sfidare il mercato con prodotti unici. Per capire la complessità della situazione prima della loro svolta nel design basti dire che nell’Ottocento solo a Bologna c’erano 13 laboratori di indoratura, oggi in tutta l’Emilia Romagna sono solo un paio e poco più di 30 in Italia. La strage degli artigiani non dipende solo dal fatto che occorre avere una delicatezza innata e una cura maniacale per i dettagli per lavorare come doratori, ma anche dalla difficoltà di comunicare il valore che sta dietro al lavoro.

L’ufficio di Re Mida

Simona e Roberto hanno lanciato una linea da scrivania di prestigio, ricoperta da foglie d’oro zecchino giallo o bianco, realizzata in non più di un centinaio di pezzi l’anno. I loro destinatari naturali sono manager, imprenditori e professionisti che all’inizio scoprivano la bottega di Faenza tramite il passaparola a partire dai clienti storici, poi anche attraverso la stampa, che ha iniziato a occuparsene. Non è il primo esperimento della coppia al di fuori dei confini del mondo della doratura e del restauro. Qualche anno fa aveva fatto scalpore la loro proposta di una linea di tavolini in foglia d’oro zecchino Traccia, distribuita in tutto il mondo, ma sempre a partire dalla bottega di Faenza. La distribuzione, infatti, passa ancora soprattutto attraverso il punto vendita adiacente al laboratorio, e poche cartolerie selezionate. Se questa scelta limita di fatto il numero di clienti potenziali, porta le persone interessate ad assistere alle procedure e ad apprezzarne il valore. Il punto di partenza è una foglia di oro giallo o bianco di pochi millesimi di millimetro (micron) estremamente fragile: «Non si può toccare con le mani», spiega Simona Casadio, «è talmente sottile che si disgregherebbe». A rovinarla basta un respiro troppo affannoso «dopo averla stesa su un cuscinetto, invece, bisogna soffiarci sopra appena con la bocca, tagliarla con un coltellino da doratore, adagiarla sull’oggetto e plasmarla sulla sua superficie con l’aiuto di una pennellessa. La lavorazione è completamente manuale e richiede tempi lunghi». Simona, che oggi ha 33 anni, ha imparato questo procedimento dal padre, Franco, e dal nonno prima di lui.

Non solo Ikea

La svolta dalla tradizione di famiglia all’industria del design è arrivata negli ultimi anni, quando, pur di avere oggetti da scrivania di prestigio per la loro casa, Simona e Roberto hanno deciso di progettarli e realizzarli per conto loro. «Non volevamo accontentarci dei prodotti in ottone, in plastica o delle varie cineserie» ricorda Simona. Allora hanno iniziato a sviluppare i primi modelli in legno ricoperto di foglie d’oro giallo o bianco con applicazioni in cuoio. Poi una ricerca di mercato li ha convinti del la possibilità di creare e vendere un’intera linea per l’ufficio con pezzi a partire da 120 euro fino a circa 200. Il design è al tempo stesso classico e contemporaneo con le decorazioni ideate da Simona che hanno per modello motivi ottocenteschi realizzati con bulino e martelletto, o linee geometriche minimaliste. La linea con il passare del tempo si è arricchita spaziando al di fuori del mondo della doratura con prodotti in cuoio conciato con estratti vegetali e ingrassato in botte. Nei progetti di Simona e Roberto potrebbe ampliarsi ancora e i due sfidano i clienti a proporgli nuovi oggetti da indorare in modo da conferir loro un design unico e di prestigio.

Dal passato verso il futuro

È in un certo senso un ritorno alle origini della doratura. «Risale all’epoca egizia,» racconta Roberto Venturi, «allora si rivestivano in oro gli oggetti sia per usarli all’interno delle abitazioni sia all’esterno», l’oro era un simbolo di ricchezza ma soprattutto di regalità e sacralità e aveva un ruolo importante nelle case e nei palazzi del potere. Con il passare del tempo questa centralità dell’oro è andata scemando, per acquisire di recente una nuova forza soprattutto nel mondo arabo. I primi risultati della linea per ufficio in oro sono arrivati anche dall’estero, nonostante il momento difficile per il lusso. Secondo Simona, però, bisogna aspettare ancora qualche anno per giudicare la riuscita del progetto: «Le persone sono abituate agli stessi modelli di sempre, prodotti dalle stesse tre marche, e non vedono altro. Sono abituate a quelle linee e sanno, per esempio, che effetto otterranno regalandoli», dice, «per prodotti originali come i nostri è necessario un po’ di tempo. Io spero che le persone possa no capire il valore di oggetti preziosi, che durano nel tempo. La nostra scommessa è che la gente non voglia solo andare all’Ikea, spendere poco poco e poi buttar via gli oggetti nel giro di qualche anno».

LAVORI A RISCHIO DI ESTINZIONE

L’attività del doratore rientra di diritto tra le attività artigianali a rischio di estinzione come il guantaio, il liutaio, il pipaio e l’ebanista. In Francia dal 1889 c’è un’associazione per mantenere viva la tradizione dei mestieri dell’arte, la Sema (Société d’encouragement aux métiers d’art). In Italia, invece, manca ogni tipo di supporto e la sopravvivenza di queste antiche attività dipende soprattutto dall’inventiva dei singoli artigiani. «Si parla tanto di maestri d’arte ma pochi sanno davvero chi siano», ha affermato Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei mestieri d’arte, alla presentazione del volume Mestieri d’arte e Made in Italy (Marsilio, 2009).

ARTIGIANATO E PALAZZO

Dal 14 al 16 maggio al giardino di Palazzo Corsini sul Prato a Firenze 80 maestri artigiani accoglieranno i visitatori in uno spazio che ricrea un angolo della loro bottega. Qui si potranno sperimentare in prima persona alcune tecniche artistiche dalla doratura all’oreficeria, dallo sbalzo dell’argento all’incisione.

www.artigianatoepalazzo.it

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