Scalfaro, perché è famoso quel “Io non ci sto”

È il 29 ottobre del 1993, Oscar Luigi Scalfaro è al Quirinale da 19 mesi e sui giornali compaiono le prime indiscrezioni che arrivano dall’ex direttore amministrativo del servizio segreto civile (Sisde), Maurizio Broccoletti che, fuggito all’estero dopo le prime accuse rivolte sull’uso più che disinvolto dei fondi del servizio, dichiarò che diversi ex ministri dell’Interno avevano ricevuto versamenti mensili di 100 milioni di lire utilizzati per fini “non sempre istituzionali”. E tra loro citò direttamente proprio Oscar Luigi Scalfaro che per qualche giorno fu ad un passo dal dimettersi. Indiscrezioni mai smentite riferirono appunto dell’intenzione, maturata in quei giorni, di abbandonare. Il capo dello Stato, dopo aver meditato seriamente le dimissioni, contrattacca con un messaggio a reti unificate e in una diretta tv che fece epoca; è il 3 novembre del 1993: “Io non ci sto… a questo gioco al massacro. Occorre rimanere saldi e sereni poiché prima si è tentato con le bombe, ora con il più vergognoso e infame degli scandali».

IL PROFILO DI OSCAR LUIGI SCALFARO

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