Mooney: la concretezza prima di tutto

E' l’approccio che guida Marco Festari, chief institutional affairs, communication & sustainability officer, nello sviluppo e nell’attuazione del piano di sostenibilità del gruppo. e i risultati sono già misurabili

Nata nel 2020 dall’unione tra SisalPay e Banca 5 (Gruppo Intesa Sanpaolo)Mooney è un’azienda giovane, ma che poggia su solide radici e che in breve tempo si è affermata come la fintech italiana di prossimità, consolidandosi anche nel settore Mobility. Com’è ormai imprescindibile per qualsiasi realtà che voglia essere davvero competitiva nel mondo di oggi e di domani, ha incorporato fin da subito lo sviluppo sostenibile nella propria strategia aziendale di lungo periodo e nel 2022 ha presentato il suo primo Bilancio Sociale che individua in modo chiaro i tre pilastri dell’impegno del Gruppo in questo campo: Financial Inclusivity, Caring Employer ed Environmentally Conscious . Ma come sono stati definiti? Lo abbiamo chiesto a Marco Festari, che di Mooney è il Chief Institutional Affairs, Communication & Sustainability Officer. «Anche per eredità del ruolo di Cfo che ricoprivo in precedenza, posso dire di essere un promotore della concretezza», spiega, «ed è seguendo questa impostazione, oltre che tenendo conto delle caratteristiche tipiche del nostro business, che abbiamo costruito il piano di sostenibilità e i suoi pillar strategici».

Visto che parla di concretezza, come si sviluppano in azioni i tre pilastri che avete individuato?
Sul piano ambientale il nostro business basato su transazioni informatiche è di per sé meno impattante rispetto alle realtà industriali: questo non vuol dire che non dobbiamo impegnarci ogni giorno per essere il più green possibile. Bisogna pensare che intercettiamo più di 200 milioni di occasioni di consumo ogni anno e questo significa un numero significativo di ricevute emesse, per le quali viene usata una carta particolare, in grado di durare nel tempo, visto che si tratta di prove di pagamento. Per questo abbiamo implementato un progetto che consentirà di dimezzare entro il 2025 le 500 tonnellate di carta ora prodotte annualmente e di ridurle ulteriormente, se non azzerarle del tutto, entro il 2030. A questo progetto si affianca quello della Sustainable Supply Chain. In pratica, stiamo introducendo nelle nostre procedure strumenti informatici per effettuare uno screening dei fornitori al fine di scegliere quelli meno impattanti a livello ambientale. In aggiunta, la nostra app nel settore Mobility conta circa 5 milioni di utenti registrati: un business totalmente dematerializzato, che intercetta tanti consumatori sul territorio e che ci dà la possibilità di fare education.

Come?
Per esempio, abbiamo lanciato un progetto che riconosce agli utenti dell’app Mobility uno sconto qualora raccogliessero e depositassero bottiglie di plastica da riciclare presso apposite stazioni dislocate sul territorio. A oggi ne abbiamo raccolte oltre 7 milioni.

Questa vocazione educativa sembra contraddistinguere anche gli altri pilastri della vostra strategia in tema di sostenibilità.
Esatto, riteniamo che l’azione sostenibile debba essere concreta, omnicanale e non interessare solo l’azienda, ma in modo più ampio anche tutti coloro che entrano in contatto con essa. Per esempio, sul versante Social, quindi la S dell’acronimo ESG, abbiamo individuato diversi progetti rilevanti. In particolare, lavoriamo attivamente sul fronte dell’inclusione finanziaria, in primis con la nostra carta prepagata, dotata di iban: in un Paese come l’Italia, in cui il consumatore tipo non sempre ha dimestichezza con gli strumenti informatici e parecchie persone non hanno un conto bancario, è ancora un tema importante. Sempre con questa finalità siamo impegnati a formare i nostri esercenti per la vendita dei prodotti bancari e di pagamento. Rimanendo sull’aspetto sociale, attraverso la nostra rete abbiamo creato il Generosity Network più ampio d’Italia, che gli Enti del Terzo Settore possono sfruttare per raccogliere fondi per le proprie attività benefiche. Infine, ovviamente, non dimentichiamo le nostre persone. In particolare, stiamo implementando un assessment legato alla diversity, dandoci obiettivi misurabili nel medio periodo.

Visto che lei ha citato l’acronimo ESG, abbiamo parlato dell’ambiente e della società, ma come operate dal punto di vista della governance?
Stiamo implementando un comitato di sostenibilità che guidi la strategia e risponda sia ai comitati endoconsiliari, sia al cda. Inoltre, per il 2023 stiamo pensando alla costituzione di un team interfunzionale che si occupi di accessibilità. È fondamentale, in vista di un futuro sempre più digitale, essere pronti a garantire a tutti la massima operatività dei nostri siti e app. Non dimentichiamo poi la questione delle certificazioni: alcune le abbiamo già ottenute, su altre stiamo ancora lavorando. Infine, ma non per importanza, oggi il 25% del corrispettivo variabile del management è legato a obiettivi concreti di sostenibilità: se anche solo uno dei target definiti non viene raggiunto, quel 25% non viene erogato.

Ora che la necessità di un agire sostenibile è divenuto un convincimento comune, dobbiamo passare a una nuova fase, in cui si iniziano a raccogliere i riscontri di tale approccio. Ma come si misurano i risultati ottenuti?
Per quanto ci riguarda, nel 2021 abbiamo redatto un Bilancio di sostenibilità su base volontaria, mentre per l’esercizio 2022 sarà redatto un Bilancio di sostenibilità certificato. Alcuni risultati sono più facilmente misurabili rispetto ad altri. Per esempio, per quanto concerne lo scope 1, esporremo tutto quanto è stato fatto con la conseguente riduzione di emissioni, mentre per lo scope 3 stiamo implementando un calcolo sulla filiera che sarà disponibile a partire dal bilancio 2023. Anche in termini di sostenibilità sociale abbiamo reportistiche precise sul personale che monitorano come il Gruppo stia evolvendo sul fronte della diversity sia in termini numerici sia di parità salariale. Così come abbiamo strumenti di monitoraggio in tema di inclusività finanziaria, che restituiscono una fotografia delle diverse categorie di consumatori che intercettiamo con l’emissione delle nostre prepagate. In sintesi, come dicevo all’inizio, abbiamo un’impostazione molto concreta, che ci permette di conseguenza di misurare in modo obiettivo i risultati raggiunti.

Ma di questi risultati raggiunti finora, quali la rendono particolarmente orgoglioso?
Ogni risultato è importante ma, se devo dirne uno, sono molto soddisfatto del lavoro di insegnamento portato avanti sui nostri esercenti per la vendita dei prodotti bancari e di pagamento. Inoltre, abbiamo raggiunto oltre il 40% del transato in modalità elettronica nella nostra rete fatta di piccoli esercenti ed emesso circa un milione di carte prepagate. Infine, citerei il fatto che abbiamo connesso alla nostra piattaforma informatica più di 60 enti del terzo settore ed erogato quasi 3 milioni di donazioni a queste realtà.

A proposito di questa intervista

Questa intervista è tratta da  I Campioni della Sostenibilità 2023, terza edizione dello speciale di  Business People pubblicato sul numero di gennaio-febbraio . Per leggere la versione completa e approfondire altri temi della rivista, puoi scaricare il numero in versione digitale cliccando qui

È evidente che l’innovazione è un concetto chiave per un’azienda come la vostra. È vero che oggi non ci può essere vera innovazione se non sostenibile?
Sono convinto che ormai, nel momento in cui andiamo a innova- re, lo dobbiamo fare direttamente in modo sostenibile. Per questo credo che dobbiamo cambiare completamente prospettiva e pensare in primo luogo alla sostenibilità. Solo così potrà derivarne un’innovazione efficace.

Abbiamo visto cosa avete già fatto e su cosa state lavorando: che tipo di insegnamenti e indicazioni per il futuro avete tratto dall’esperienza maturata finora?
A mio parere siamo ancora in una fase in cui dobbiamo pensare al presente, a mettere in pratica alcune misure urgenti per la salvaguardia del nostro pianeta. Vedo, insomma, la necessità di viaggiare in due direttrici: da un lato indirizzare con urgenza ogni business verso il green, dall’altro sensibilizzare il grande pubblico.

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