Una carriera tutta interna al gruppo, un portafoglio acquisti da oltre 6 miliardi di euro e una reputazione costruita con fermezza e ascolto. È questo il profilo di Monica Genovese, la nuova responsabile globale degli acquisti di Stellantis, tra le poche donne ai vertici operativi del colosso automobilistico.
Originaria di Milazzo, in Sicilia, ma torinese d’adozione, Genovese ha quasi 55 anni e vanta una lunga esperienza nel settore. Laureata in Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, è entrata in Fiat nel 1995 con incarichi nella produzione. Il suo percorso professionale si è poi spostato sull’ambito acquisti, ambito in cui ha costruito gran parte della sua carriera.
Nel 2006 è entrata nella divisione ricambi e servizi, per poi diventare due anni dopo direttore delle Operations della catena di approvvigionamento ricambi, con responsabilità in Europa, Sud America e Asia. Nel 2011 ha esteso la sua responsabilità anche agli acquisti per la regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), e nel 2015, sotto la guida di Sergio Marchionne, è diventata responsabile acquisti Emea per l’intero gruppo Fca.
Ha mantenuto questo incarico fino alla fusione con il gruppo francese Psa. Prima di entrare nel leadership team globale di Stellantis, Genovese aveva inoltre la responsabilità mondiale per gli acquisti diretti di materiali in settori merceologici chiave come telaio, adattamenti e powertrain.
Con la sua nomina, la guida dell’area acquisti di Stellantis torna in mani italiane, dopo gli anni a trazione francese con Maxime Picat. È proprio da Picat che Genovese eredita le deleghe su aree strategiche come motori e telai.
La svolta è anche politica: durante una recente audizione in Parlamento, John Elkann ha annunciato l’intenzione di investire 6 miliardi di euro in componenti Made in Italy. Un cambio di passo rispetto alla linea di Carlos Tavares, che aveva ridotto il peso dei fornitori italiani nelle catene di approvvigionamento.
Chi la conosce nell’indotto dell’auto la descrive come “dura, ma giusta”: una manager esigente che non fa sconti, soprattutto nelle trattative, ma che sa riconoscere il valore delle persone e delle soluzioni, anche nei momenti critici. Un approccio che l’ha resa molto apprezzata dai fornitori, in particolare quelli piemontesi.
In un’intervista ad Automotive News Europe, Genovese ha raccontato anche un errore del passato: l’aver affrontato le sfide globali con lo stesso approccio usato nel contesto italiano. “Non è stato ben accolto”, ha ammesso, “ma ho imparato quanto sia importante comprendere e valorizzare le differenze culturali. Questo mi ha aiutato a diventare un manager migliore”.
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