In un’epoca nella quale la sostenibilità non è un’opzione ma una necessità, un approccio imprenditoriale etico e responsabile fa la differenza. Non soltanto in termini assoluti, valoriali e umani, ma anche sul piano economico e imprenditoriale. Lo sa bene Marco Alverà, una figura di spicco nel panorama energetico globale, noto per la sua visione innovativa e il forte impegno nella transizione verso un’energia più pulita.
Con una carriera che abbraccia oltre due decenni nel settore energetico, il manager di origini statunitensi ha guidato importanti aziende e progetti focalizzati sull’idrogeno verde, posizionandosi come uno dei principali promotori di questa fonte energetica. È un precursore dei tempi e un’avanguardista, che vede al futuro in prospettiva.
Marco Alverà: formazione e primi passi nel settore energetico
Nato a New York nel 1975 da una famiglia veneziana, Marco Alverà ha conseguito una laurea in Filosofia ed Economia presso la London School of Economics. La sua carriera professionale è iniziata nel 1997 presso Goldman Sachs a Londra, dove ha lavorato nel dipartimento di M&A e private equity, focalizzandosi su startup tecnologiche, fusioni e acquisizioni nel settore dei beni di consumo e retail. Tutte realtà che stanno cambiando rapidamente grazie all’intelligenza artificiale.
Nel 2000 ha co-fondato Netesi, la prima società italiana di ADSL, successivamente venduta a Telecom Italia, dimostrando un attenzione notevole alle novità. Le sue idee sono state sempre un passo avanti e gli hanno permesso di ottenere risultati sopra la media, di sbaragliare la concorrenza.
La leadership in aziende energetiche di rilievo
Dopo l’esperienza imprenditoriale, Marco Alverà ha ricoperto ruoli chiave in alcune delle principali aziende energetiche italiane. Dal 2002 al 2004 è stato direttore della Strategia di Gruppo in Enel, contribuendo alla quotazione in Borsa di Terna. In un secondo momento, ha lavorato in Eni e ci è rimasto per più di 10 anni, ricoprendo diverse posizioni di responsabilità, fra le più rilevanti c’è quella di Chief midstream officer, durante la quale ha supervisionato il più grande portafoglio europeo di gas.
Inoltre, nel 2016, Alverà è stato nominato amministratore delegato di Snam. In questo modo è riuscito a fare crescere l’azienda fino al 2022, portandola a ricoprire il ruolo di leader internazionale nelle infrastrutture per l’idrogeno verde e il gas rinnovabile.
Marco Alverà: impegno nell’idrogeno verde e fondazione di TES e Zhero
L’attenzione alle fonti di energia rinnovabili e sostenibili è sempre stata una marcia in più per Marco Alverà. Dopo l’esperienza in Snam, l’imprenditore ha quindi deciso di co-fondatore Zhero, una società di energia rinnovabile, e TES – Tree Energy Solutions – dove attualmente ricopre il ruolo di Ceo.
TES è riconosciuta come uno dei principali operatori mondiali nel settore dell’idrogeno e del gas rinnovabile. Sotto la sua guida, ha lanciato il Projet Mauricie in Québec e in Canada. Si tratta di un’iniziativa da 4 miliardi di dollari che vede una grande forza lavoro impegnata nella produzione di 70 mila tonnellate di idrogeno verde. L’obiettivo è di ridurre le emissioni annuali di CO₂ di 800 mila tonnellate.
Alverà si è sempre dimostrato un fervente sostenitore dell’idrogeno verde, come elemento chiave per la decarbonizzazione dell’economia globale. In un’intervista, ha sottolineato l’importanza di rendere questo elemento competitivo, senza sussidi, evidenziando la necessità di ridurre i costi degli elettrolizzatori per competere con la Cina, dove i costi sono significativamente inferiori rispetto all’Europa.
Il potenziale dell’idrogeno nel panorama delle fonti di energia sostenibili
L’idrogeno è considerato una fonte di energia sostenibile perché, quando prodotto e utilizzato correttamente, non genera emissioni di gas serra, contribuendo significativamente alla decarbonizzazione dei settori più inquinanti. A differenza dei combustibili fossili, che rilasciano anidride carbonica durante la combustione, questo elemento, se impiegato in una cella a combustibile, come sottoprodotto produce soltanto vapore acqueo.
Ciò nonostante, la sostenibilità dell’idrogeno dipende fortemente dal metodo di produzione e questo Marco Alverà lo sa bene. Non a caso si sta concentrando sull’idrogeno verde, prodotto tramite elettrolisi dell’acqua alimentata da fonti rinnovabili come l’energia solare o eolica. Si tratta della forma più pulita e sostenibile, in quanto non comporta emissioni di carbonio in alcuna fase del processo. Secondo l’Iea, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, può contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni in settori dove l’elettrificazione diretta è difficile. Basti pensare a comparti come l’industria pesante di acciaio e cemento, l’aviazione e il trasporto marittimo.
Un altro vantaggio dell’idrogeno è la sua capacità di fungere da vettore energetico. Può immagazzinare energia in modo efficiente e restituirla quando serve, rendendolo ideale per bilanciare la variabilità delle fonti rinnovabili intermittenti. In questo senso, può supportare la stabilità delle reti elettriche e ridurre la dipendenza da combustibili fossili nei picchi di domanda energetica. L’Unione europea ha riconosciuto il potenziale strategico dell’idrogeno, inserendolo nel Green Deal e nel REPowerEU come tecnologia chiave per la transizione ecologica. La Commissione Europea punta a produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030.
Infine, l’infrastruttura per l’idrogeno, sebbene ancora in fase di sviluppo, sta rapidamente espandendosi, grazie a investimenti pubblici e privati. Secondo Hydrogen Council e McKinsey, entro il 2050 potrebbe coprire fino al 18% del fabbisogno energetico globale, riducendo di 6 gigatonnellate le emissioni annuali di CO₂. In sintesi, rappresenta una fonte energetica sostenibile e versatile, con un ruolo cruciale nella transizione verso un’economia a zero emissioni, a patto che la sua produzione sia decarbonizzata e supportata da politiche industriali efficaci.
Marco Alverà: riconoscimenti e contributi accademici
Per il suo impegno nell’implementazione delle fonti di energia rinnovabili, e non solo, Marco Alverà ha ricevuto diversi premi. Nel 2019, è stato insignito del Premio Tiepolo per il suo contributo al rafforzamento della presenza internazionale di Snam. Inoltre ha scritto un libro dal titolo “The Hydrogen Revolution”, selezionato dal Financial Times come uno dei migliori libri del 2021, in cui esplora il potenziale dell’idrogeno come fonte energetica pulita.
Alverà è anche Visiting fellow presso l’Università di Oxford e membro del consiglio di amministrazione di S&P Global, dove presiede il comitato finanziario. È coinvolto in diverse iniziative filantropiche, tra cui la Fondazione Kenta, che promuove l’equilibrio di genere e combatte la povertà educativa. La sua visione non è solo ecologica, ma anche sociale.
In conclusione, Marco Alverà rappresenta una figura centrale nella transizione energetica globale, con una visione chiara sull’importanza dell’idrogeno verde per un futuro sostenibile. L’imprenditore continua a influenzare positivamente il settore, promuovendo soluzioni innovative per affrontare le sfide climatiche del nostro tempo.
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