La biografia di Lapo Elkann è un continuo su e già tra stile e scandali. Le donne, i trans, la droga, ma anche le intuizioni, la Fiat, le avventure imprenditoriali, le copertine di moda. Per alcuni è l’ultimo dandy italiano, per altri è solo un rampollo viziato, ma molti non conoscono le sue maggiori intuizioni in campo aziendale. Ecco allora che per comprenderne davvero la figura è necessario ripercorrere i 40 anni che ha compiuto a inizio ottobre.
Lapo Elkann, una biografia tra stile e scandali
La biografia di Lapo Elkann comincia infatti a New York – un segno del destino – il 7 ottobre 1977. Nasce a Margherita Agnelli e dallo scrittore e giornalista Alain Elkann, ma per tutti è soprattutto l’altro nipote dell’Avvocato, insieme col fratello John. Ma è Lapo a ereditare il lato viveur e anticonformista di Gianni Agnelli, industriale e maestro di stile per generazioni. La sua adolescenza è internazionale: segue le superiori a Parigi, si laurea a Londra in Relazioni Internazionali. I suoi interessi virano però sulla tecnologia, la comunicazione e a tutto quello che è stile «ma non moda», come ama ripetere.
L’esordio da operaio alla Piaggio
Lapo Elkann ha già conquistato le copertine a soli 18 anni, quando si è fatto assumere sotto falso nome – Lapo Rossi – alla Piaggio di Pontedera per vivere la vita dell’operaio. Aderì persino a uno sciopero contro la temperatura eccessivamente alta all’interno del reparto. Dopo il servizio militare – soldato semplice nella Brigata Taurinense, corpo militare degli Alpini – cominciò la sua carriera a metà tra le intuizioni imprenditoriali e le cadute personali.
Dopo un anno da assistente personale di Henry Kissinger, vecchio amico del nonno, nel 2002 torna a casa, nella Fiat, per occuparsi della comunicazione del Gruppo. La prima “invenzione” può sembrare minima, la famosa felpa con il marchio scritto sopra, ma è l’inizio di un nuovo stile per il brand torinese che diventa realtà con i lanci della Fiat Grande Punto prima e della Fiat 500 poi. Non gli interessa la gestione dell’azienda che lascia volentieri al fratello John, che nel fratempo diventa vicepresidente e poi presidente del gruppo. Anche perché Lapo è troppo impegnato nelle notti all’eccesso e nella ricerca di mode stravaganti.
Il ricovero e lo scandalo
La notte che cambia per sempre la biografia di Lapo Elkann è il 10 ottobre del 2005, quando viene ricoverato in condizioni disperate all’Ospedale Mauriziano di Torino per una overdose di droghe, assunte durante una serata con alcuni transessuali. Salvo per un pelo, passa alcuni mesi in America per disintossicarsi. Termina ne frattempo la relazione da copertina con l’attrice Martina Stella, «l’unica che ho amato».
Italia Independent e Garage Italia
Finita la bufera, Lapo Elkann inizia la sua personale avventura imprenditoriale fondando la società Indipendent Ideas e avvia un progetto di co-branding per la produzione di 1007 orologi, abbinati agli occhiali da sole, che poi diventeranno famosi. Questa è la sua intuizione migliore, capire prima di tutti che il lusso del futuro è la personalizzazione dell’oggetto del desiderio. Prima gli occhiali, poi le Ferrari Tailor Made per costruire le Rosse su misura, personalizzata sulle specifiche richieste del cliente.
Nel frattempo arrivano i premi personali per Vanity Fair è l’«Uomo meglio vestito del mondo» da Vanity Fair, dall’Automotive Hall of Fame riceve il riconoscimento Young Leader & Excellence Award e viene incoronato come uomo simbolo del successo made in Italy dal Wall Street Journal. Ma anche una nuova caduta, con la richiesta di estorsione al fratello che finisce archiviata dalla procura di New York. Un altro giro di riabilitazione, e poi di nuovo in sella con i suoi completi sgargianti.
Lusso personalizzato
Nel 2013, in un’intervista al Fatto Quotidiano rivelò: «A 13 anni ho subito abusi sessuali in collegio». Non c’è tempo per gli scandali, però, Bisogna lanciarsi ancora. L’ultima avventura si chiama Garage Italia Customs nell’ex stazione di benzina di piazzale Accursio a Milano. Si tratta di un hub creativo per customizzare auto, barche e aerei, che ospita anche un ristorante di Carlo Cracco.
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