Barry Diller: chi è il magnate in corsa per Paramount

Barry Diller: chi è il magnate in corsa per ParamountPhoto by Michael Loccisano/Getty Images for Semafor)

Un grande ritorno nel panorama mediatico potrebbe essere all’orizzonte per Barry Diller, miliardario e pioniere dei media digitali, il quale sta esplorando la possibilità di assumere il controllo di Paramount, società a capo di marchi iconici del panorama televisivo come Cbs, Mtv e Nickelodeon. Questa iniziativa, riportata dal New York Times, è solo l’ultimo capitolo riguardante la complessa cessione di Paramount.

La Iac di Barry Diller: un nuovo pretendente per Paramount

Secondo quattro persone a conoscenza della situazione, Barry Diller e il suo conglomerato di media digitali, Iac, hanno avviato trattative preliminari firmando accordi di riservatezza con National Amusements, azionista di controllo di Paramount. Questi accordi rappresenterebbero un passo cruciale nel processo di negoziazione, poiché permettono lo scambio di informazioni riservate tra le parti interessate. Tale movimento viene dopo il fallimento di una trattativa tra Paramount e Skydance

Ritorno di fiamma per Paramount

Barry Diller non è nuovo agli sforzi di acquisizioni in questo settore. Nei primi anni 90, tentò senza successo di acquisire Paramount Pictures, venendo superato da Sumner Redstone, la cui figlia, Shari, è attualmente al comando. Diller, che prese la guida di Paramount Pictures nel 1974 all’età di 32 anni, ha avuto un ruolo decisivo nella rinascita dello studio, contribuendo alla formazione di un team di collaboratori eccezionali. Nonostante la sconfitta subita ai tempi di quella trattativa, Diller non si è mai realmente allontanato dal mondo dei media, concentrando i suoi sforzi sulla costruzione del suo impero attraverso Iac.

Una complessa eredità da gestire

Una potenziale acquisizione di National Amusements offrirebbe, secondo il quotidiano statunitense, il controllo su Paramount e il suo prezioso archivio, bypassando la necessità di un accordo diretto per l’acquisto. Tuttavia, intraprendere questa strada comporterebbe anche assumere il controllo di un’entità con notevoli passività, tra cui un debito di circa 14 miliardi di dollari e le difficoltà in cui versano le aziende di canali via cavo.

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