Pizzarotti, costruttori da favola

Strade, ferrovie e persino castelli: il gruppo parmigiano ha saputo affermarsi a livello internazionale grazie a impegno e reinvestimento continuo degli utili, nella convinzione che un’azienda sia il posto ideale per migliorare la vita delle persone

Ha più di cento anni il business della famiglia Pizzarotti, “i giapponesi d’Italia” come venivano chiamati negli anni ’80 perché considerati gente operosa, dedita al lavoro e con pochi grilli per la testa. Con un fatturato di 1,14 miliardi, Pizzarotti è oggi tra le prime quattro imprese di costruzioni italiane e vanta un portafoglio di ordini sopra quota 12,5 miliardi, grazie agli oltre 2 miliardi di commesse acquisite solo l’anno scorso, di cui più della metà all’estero. Già, perché la Pizzarotti di Parma è un’eccellenza Italiana che lavora in tutto il mondo. Per dire: si è appena aggiudicata due importanti commesse in Francia, una da 200 milioni per ristrutturare l’ospedale Sainte Marie di Nizza e una per realizzare parte della nuova metropolitana di Parigi. E il fatturato estero cresce: quest’anno si prevede di raddoppiare i 240 milioni dello scorso anno. Insomma, gli investimenti e le energie spese per perseguire la strategia di internazionalizzazione stanno portando i risultati sperati.

OPERE ICONICHEL’erede Michele Pizzarotti

DA EST A OVESTL’ultimo successo è stata la firma per il Maternity Hospital di Kuwait City, dove Pizzarotti stava già costruendo l’ospedale Al Amiri. A New York invece sta realizzando un grattacielo di 70 piani – 200 milioni il valore dell’appalto, sarà il secondo per altezza nel cuore della Borsa di Wall Street – e la torre One Seaport, nel distretto di Chelsea, disegnata dall’architetto brasiliano Isay Weinfeld per un valore di 70 milioni.Un cambio di passo e di direzione dopo oltre cento anni durante i quali il business è cresciuto, ma è rimasto sostanzialmente confinato in Italia, basti pensare che nell’ultimo decennio solo il 25% del fatturato arrivava da fuori Penisola. Una proporzione che oggi è destinata a ribaltarsi: i “giapponesi del mondo”, dovranno chiamarli. I Pizzarotti sono nel business delle costruzioni da ormai quattro generazioni e le radici affondano indietro nel tempo, da quando Pietro, classe 1851, comincia come muratore e finisce come capomastro. È da qui che inizia la storia dell’azienda, che ha sempre mantenuto un profilo basso, perché nel mondo delle costruzioni – si dice qui a Parma – bisogna parlare attraverso le opere e i fatti concreti. Di concreto c’è molto, anche senza andar troppo lontano da Parma, a partire dai recenti lavori realizzati in Italia fino alla galleria-record sotto il Gottardo, da poco inaugurata.

1990Realizzare Eurodisney è un’impresa complessa. Pizzarotti lavora fino al 1992 con operai irlandesi, artigiani francesi e aziende portoghesi e costruisce il famoso “Castello”.

1991Pizzarotti è l’unica azienda italiana selezionata per la costruzione dello Charles de Gaulle: viene allestito uno stabilimento con 30 persone e fabbricati direttamente tutti i pezzi necessari. I lavori si concludono nel 1994.

2000La linea ad alta velocità Milano-Bologna è stata il lavoro più complesso a firma Pizzarotti. La tratta Campogalliano-Modena-Bologna viene consegnata nel 2009: l’azienda si assesta al terzo posto tra le imprese di costruzioni italiane.

2002Un’opera di enorme impegno. Pizzarotti lavora assieme ad altre imprese, riunite nella società Nuovo Polo Fieristico (Npf) di Milano e si occupa della direzione del cantiere. L’opera viene completata nel 2005.

2005Viene affidata a Pizzarotti la progettazione e costruzione della II Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Sono ancora in corso i lavori di costruzione della Città dello Sport di Santiago Calatrava, il Policlinico Universitario e le aule didattiche di Ingegneria.

2013Viene avviata la progettazione dell’ampliamento dell’ospedale Al Amiri in Kuwait. La superficie del sito è di circa 13 mila mq. Il contratto comprende la progettazione, la costruzione, la fornitura delle attrezzature medicali e dell’arredamento del nuovo nosocomio e la ristrutturazione delle aree esistenti.

SOLIDE FONDAMENTAMa le soddisfazioni maggiori arrivano forse dai successi nei mercati internazionali: Stati Uniti e Medio Oriente, dicevamo, ma anche Romania (dove sono in corso progetti ferroviari e autostradali) Polonia, Moldavia (lotti stradali) e Russia, dove l’impresa ha appena consegnato il Museo Garage a Gorky Park e si è aggiudicata altre due importanti commesse: l’ospedale di San Pietroburgo in project finance e quattro sovrappassi. E poi la Francia, forse il vero palcoscenico della Pizzarotti, che si è fatta conoscere nel mondo proprio partendo dalla periferia Parigi, a Eurodisney. Avete presente il classico castello fatato della Disney? Bene, lo hanno costruito, in cemento e ferro, gli operai e gli ingegneri di Parma negli anni ’90. Un’opera da sogno, in tutti i sensi, che ha portato alla ribalta la professionalità dell’impresa. Subito dopo, infatti, la Pizzarotti viene chiamata dalla società aeroportuale della capitale francese per realizzare, assieme ad altre ditte – ma nessuna italiana – lo scalo Charles De Gaulle. Dalla Francia al mondo? Non proprio, perché negli anni seguenti alcune tra le opere maggiori sono realizzate proprio in Italia, come l’alta velocità nel tratto Milano-Bologna e il nuovo polo fieristico di Milano, a Rho- Pero. Poi ancora la Bre-Be-Mi e decine di altre commesse nella Penisola e all’estero.Come ci stanno riuscendo? Bisogna partire dall’inizio, anche se è difficile raccontare in poche pagine le storie di quattro generazioni di uomini e donne che hanno lavorato insieme e che non hanno costruito solo case, strade e ferrovie, ma si sono industriati per crescere assieme al territorio e alla società civile. «Non c’è un posto come l’azienda dove uno possa impegnarsi in prima persona per migliorare le condizioni di vita proprie e delle altre persone», è uno dei motti di papà Paolo, lui che è entrato in azienda a 19 anni appena e che ora, distinto signore dai capelli brizzolati e dallo sguardo acuto, presiede la Mipien Spa, holding del Gruppo Pizzarotti di Parma. Da quattro generazioni, la famiglia porta avanti un’attività concreta, rischiosa – si pensi alle tante bolle immobiliari e alla situazione di stallo dei grandi lavori oggi in Italia – che però regala grandi soddisfazioni.

STILE MADE IN PARMAInsomma, si può quasi parlare di “stile Pizzarotti” nel modo di gestire un’impresa, farla crescere e portarla al successo assieme ai dipendenti. Oggi sono 2.400 nel mondo e la caccia ai talenti è aperta: ne sono appena entrati 20, selezionati grazie alla collaborazione con alcune delle maggiori università italiane e poi formati in sede, e invitati sui cantieri in Francia, Polonia, Kuwait, per imparare il mestiere di (futuro) manager. Stile Pizzarotti, dicevamo, che è tutto racchiuso in una frase, quasi un motto di famiglia: «Un affare in cui si guadagna soltanto del denaro, non è un affare».Alla base dell’identità aziendale ci sono due elementi: da un lato, la scelta come famiglia-azionista di rinvestire gli utili in azienda – un’idea lungimirante per renderla sempre più forte dal punto di vista patrimoniale, e il più possibile autonoma da fonti di credito esterne – e dall’altro la marcata identificazione della dirigenza e di tutti i collaboratori con l’impresa e con i suoi interessi. Poi, naturalmente, c’è anche la continua ricerca dell’innovazione, sempre e comunque, sotto qualsiasi aspetto: un’importante caratteristica che contraddistingue la multinazionale tascabile di Parma e un elemento di importanza assoluta per mirare a maggiore produttività, competitività e, di conseguenza, al successo dell’azienda. Ecco, in sintesi, le fondamenta su cui è costruita l’identità del Gruppo Pizzarotti. Del resto lo diceva anche Henry Ford: «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo».

L’AFORISMA DI FAMIGLIA
«Migliaia, milioni di individui, lavorano, producono e risparmiano. (…) È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia e clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili più modesti di quelli che potrebbero sicuramente ottenere con altri impieghi». (Il presidente della Repubblica italiana, Luigi Einaudi)

© Riproduzione riservata