Del Vecchio supera Ferrero e diventa l’uomo più ricco d’Italia

L’acquisizione della Nestlè negli Usa è costata al gruppo dolciario di Alba 2,8 miliardi di dollari, facendo perdere al suo a.d. il primato

Continua il testa a testa fra Leonardo Del Vecchio e Giovanni Ferrero, rispettivamente patron di Luxottica e amministratore delegato dell’omonima industria dolciaria. Se nella Forbes Billionaires di marzo il Paperone numero uno d’Italia era Ferrero, con un patrimonio stimato di 23 miliardi di dollari, oggi la medaglia d’oro va al “rivale”, che vanta un patrimonio di 20,7 miliardi di dollari. È vero, infatti, che rispetto a marzo, Del Vecchio ha perso una piccola parte del suo enorme patrimonio, ma l’a.d. dell’azienda di Alba ha “perso” molto di più: quasi 3 miliardi di dollari. Com’è possibile? Colpa dell’acquisizione di Nestlé negli Stati Uniti, che è costata appunto 2,8 miliardi di dollari. Di qui a tre mesi, però, quando verrà pubblicata l’edizione 2019 della classifica degli uomini più ricchi del mondo le cose potrebbero cambiare nuovamente.

Anche le due aziende guidate da Giovanni Ferrero e Leonardo Del Vecchio godono di ottima salute. La Ferrero nel 2017-2018 ha generato un utile d’esercizio di 203,9 milioni di euro: l’1,95% in più rispetto ai 200 milioni della rilevazione precedente. Non solo. Le vendite della società sono salite dell’1,5% a valore, con un fatturato al 31 agosto di 1.450,4 milioni e un utile d’esercizio di 32,3 milioni. “Confermata inoltre la centralità dell’Italia in termini di investimenti industriali: 107 milioni di euro nell’esercizio nei poli produttivi di Alba, Pozzuolo Martesana, Sant’Angelo dei Lombardi e Balvano” si legge in una nota diffusa dal gruppo dolciario di Alba.

La holding Delfin cui fa capo Luxottica, invece, è passata da un utile netto di 775,2 milioni del 2016 a uno di 878,3 milioni di euro nel 2017, per un progresso del 13,3%. Saliti anche gli asset totali: da 13,5 miliardi a 14,2 miliardi. Inoltre, lo scorso anno, il carico fiscale del gruppo è diminuito da 482,2 milioni a 229,6 milioni, grazie all’accordo di “patent box” siglato a fine 2017 da Luxottica con l’agenzia delle Entrate su alcuni suoi marchi.

© Riproduzione riservata