Colpo di scena al vertice di Stellantis. Carlos Tavares, Ceo del gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fca e Psa, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato. La decisione, accolta all’unanimità dal consiglio di amministrazione presieduto da John Elkann, segna la fine anticipata di un mandato che avrebbe dovuto concludersi nel 2026.
Le dimissioni, annunciate in una nota ufficiale, sono il risultato di divergenze emerse tra Tavares e il board, come spiegato dal senior independent director Henri de Castries. Questo disallineamento sarebbe stato influenzato da vari fattori, tra cui il rallentamento delle vendite negli Stati Uniti, tensioni interne al gruppo e pressioni sindacali e politiche.
Il post Carlos Tavares: nuova guida ad interim per Stellantis
In attesa di individuare il successore, il consiglio di amministrazione ha istituito un comitato esecutivo temporaneo sotto la guida di John Elkann. Il presidente di Stellantis ha dichiarato di essere già al lavoro per garantire l’attuazione della strategia aziendale e ha ringraziato Tavares per il suo contributo nel consolidare il gruppo e nel rilancio di marchi come Psa e Opel. Il processo per la selezione di un nuovo Ceo è stato affidato a un comitato speciale del consiglio e si prevede che sarà completato entro la prima metà del 2025.
Un momento di svolta
Le dimissioni di Tavares aprono una fase di attese e richieste. Sindacati e forze politiche italiane si augurano che il cambio al vertice segni una discontinuità rispetto al passato, in particolare sul piano industriale e occupazionale. “I lavoratori italiani rimangono. Vogliamo un piano subito”, ha commentato Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil. Nonostante il terremoto ai vertici, Stellantis conferma la guidance per il 2024, rassicurando gli investitori sulla stabilità delle prospettive finanziarie.
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