Il lato di B di Beckham: quando i calciatori non ne azzeccano una fuori dal campo

Svelata l'ossessione di David per il titolo di Sir: avrebbe usato anche l'Unicef per averlo. Sono tanti i casi di ex giocatori incapaci di farsi una vita

Chiamatelo se volete Beckileaks. Anche David Beckham finisce vittima di un furto di email che lo sputtanano. Bloccata la pubblicazione sul Sunday Times, le “intercettazioni” sono finite su Football Leaks. Nell’ambito di un ricatto a Doyen Sport, l’ex Spice Boy finisce nei guai e ora rischia di rovinare anche l’impero economico messo in piedi con la moglie Victoria. Pare – tra le altre cose – che David, ambasciatore Unicef, avesse chiesto quasi 8 mila euro per volare in business per una missione in Cambogia ma poi quel volo non lo prese, il jet lo offrirono gli sponsor. In un’altra mail dice: «Non ho voglia di versare i miei soldi per questa causa. Versare quel milione al fondo Unicef sarebbe come versare soldi miei. Quei fottuti soldi sono i miei». Anche perché dietro l’impegno con l’Onu per i bambini c’era solo l’ossessione del calciatore per il titolo di Sir.

Per tanti calciatori è dura rifarsi una vita normale dopo il campo. Senza arrivare a casi estremi come George Best o Paul Gascoigne, è la difficoltà nella gestione dei soldi a fregare spesso gli ex campioni. Gigi Buffon, ancora in attività, ha provato a salvare la Zucchi ma ha dovuto vendere dopo aver perso molti soldi. Roby Baggio con Costacurta, Carrera, Sebastiano Rossi e altri investì e perse 7 miliardi di lire nella Imisa, una società che avrebbe dovuto estrarre il marmo nella inesistente miniera di Los Dos Paisanos, in Perù. Finirono truffati anche Roberto Mancini (1,4 miliardi nella finanziaria Cofiri) e i milanisti Tassotti, Donadoni e Giovanni Galli (2,5 miliardi in una finanziaria farlocca). Finita male anche l’avventura dei soci Bobo Vieri e Christian Brocchi: dopo l’iniziale successo, la Baci & Abbracci è andata in liquidazione. Anche Clarence Seedorf ha fallito in diverse avventure, compresa quella alla guida del Monza, ma ha fatto centro nella gastronomia con il suo Finger’s. Peggio di tutti è andata forse all’ex interista Brehme: senza il becco di un quattrino, è stato salvato solo dall’amico Beckenbauer che gli ha offerto un posto nello staff di pulizia dell’Allianz Arena, lo stadio del Bayern Monaco.

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