Google Science Fair, anche un italiano in finale

Andrea Senacheribbe selezionato per un algoritmo genetico in grado di combattere l’Ebola. La competizione scientifica della multinazionale statunitense è considerata la più grande al mondo

Il tema della competizione scientifica Google Science Fair, rivolta agli inventori in erba di tutto il mondo tra i 13 e i 18 anni, era tutt’altro che facile: “È la tua occasione per cambiare il mondo”, recitava il testo. Ma, evidentemente, in pochi sono rimasti intimoriti visto che agli organizzatori della competizione sono arrivate oltre 5 mila proposte, provenienti da 90 Paesi diversi. A spuntarla, accedendo alla fase finale, sono stati 90 giovani tra cui un italiano: il giovane Andrea Senacheribbe. Di Asti, Senacheribbe studia al Liceo Scientifico “F. Vercelli” e in passato ha già guidato un team di studenti per un progetto per Nasa, il Mit e l’Esa. Altro, insomma, che partite a calcetto e pomeriggi con la PlayStation: il ragazzo ha tutte le carte del geniaccio tant’è vero che per Google Science Fair ha messo a punto niente meno che un algoritmo genetico per creare un farmaco Anti–Ebola.

UNA LUNGA LISTA DI PREMI. “Vorrei ringraziare mio cugino Davide per avermi prestato il suo computer fisso che mi ha permesso di eseguire tutti i calcoli necessari per il progetto e la mia insegnante di scienze Fernanda Molinaris”, commenta candidamente Senacheribbe. “Non solo per avermi aiutato nella verifica del testo per il progetto, ma anche per la sua passione e il suo interesse per la scienza che mi ha sempre trasmesso durante l’insegnamento scolastico”. Per il verdetto bisognerà attendere il 4 agosto quando saranno annunciati i 20 vincitori. In palio: una borsa di studio di 50 mila dollari, programmi di formazione curati da Scientific American e Google, una spedizione alle Galapagos con il National Geographic, l’opportunità di incontrare i designer Lego nella sede centrale in Danimarca, la possibilità di visitare la nuova navicella spaziale realizzata da Virgin Galactic presso la base Mojave Air and Spaceport. “Vincere sarebbe per me un sogno che si avvera”, continua. “Mi permetterebbe di far conoscere il mio lavoro e condividere con altri le mie passioni. Poi, chissà, magari in un futuro la mia idea potrà servire veramente per contrastare l’Ebola”.

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