Rivoluzione ad alta velocità

Come le Tesla di Elon Musk, le moto supersportive di Modena puntano a imprimere un’accelerazione al mercato dei veicoli a zero emissioni. «L’Italia deve offrire prodotti di alta gamma che parlino di esclusività», spiega il presidente Franco Cevolini

Dalla Motor Valley alla Silicon Valley: è l’autostrada dell’innovazione su cui corre Energica Motor Company, il primo costruttore di moto elettriche supersportive: 240 km all’ora di velocità massima (limitata) per il modello Ego, una media di 150-200 km di autonomia, meno di 30 minuti per un pieno alle batterie e un prezzo oltre i 25 mila euro. Non un semplice mezzo di trasporto ecologico, ma l’unione tra stile, potenza e massima innovazione. Una spinta che è nel cuore del gruppo Crp. Il fondatore, Salvatore Cevolini, in piena ricostruzione inventò una macchina per riquadrare i mattoni distrutti dai bombardamenti. Il figlio Roberto prosegue su questa strada, intraprendendo da pioniere la strada della prototipazione rapida. Quella che oggi è conosciuta come stampa 3D. Il Ceo di Crp Franco Cevolini, con la sorella Livia (direttore marketing), hanno raccolto questa eredità creando Energica, riallacciando anche il filo con le esperienze vissute in Formula 1 con Gian Carlo Minardi, oggi consigliere dell’azienda.

Come nasce l’idea di Energica, quando nel 2009 sembravate più spostati su lavorazioni meccaniche e laser?Siamo cresciuti nel cuore dell’industria automotive e motociclista italiana, circondati da Ferrari, Lamborghini, Ducati e tanti altri. La passione è nel nostro sangue, anche alla luce del nostro passato impegno con la Minardi che ci portò a realizzare la prima scatola cambio in titanio e Rapid Casting che debutto nel Gp di Barcellona nel 2000. Dietro la nascita di Energica c’è la voglia di stupire, ma anche l’intuizione che i veicoli elettrici sarebbero stati il futuro. Solo che in quel momento erano utilizzati come veicoli low cost: noi volevamo unire a questi, la bellezza e l’adrenalina, un po’ sulle orme di Elon Musk e di Tesla. Così è nata Energica Ego, una supersportiva carenata.

Le moto Energica sono un concentrato di innovazione nelle batterie, nella centralina, nella connettività e nel motore (ride-by-wire, senza cambio né frizione). Qual è stata la parte più difficile?Le difficoltà burocratiche in alcuni Paesi legate alle loro dinamiche interne, come Iran e Israele, o gli Usa per le licenze di vendita. Poi l’ostacolo fondamentale da superare è stato il reperimento delle risorse finanziarie. A inizio 2016 siamo stati ammessi al mercato Aim e dopo tre giorni il nostro titolo è stato giudicato “best performer”. Ci hanno fatto i complimenti perché presentavamo qualcosa di innovativo, però concreto. Non eravamo la solita azienda sviluppatrice di app…

Una supersportiva elettrica sembra pensata per avere successo in California. Lì avevate già una sede e avete aperto un secondo show room a San Francisco (Galleria Energica), oltre a quello nel nuovo stabilimento. Com’è stata l’accoglienza dalle parti della Silicon Valley?È accaduto di nuovo quello che era successo già con con la stampa 3D. Inventata all’università di Austin, Texas, è stata rivoluzionata dai nostri materiali Windform che ci hanno permesso di riesportare quella tecnologia oltreoceano e di insegnare agli americani come usarla al meglio. Lo stesso è successo con i motori elettrici: Energica Ego piace più negli Usa, il secondo modello – la streetfighet Energica Eva, una naked – è invece più apprezzata sul mercato europeo per la sua semplicità. Abbiamo distributori in Svizzera, Germania, Olanda, Spagna, Portogallo, Norvegia, Uk, Svezia, ma anche in Israele. E ora puntiamo anche al Medio Oriente e a rafforzare la nostra presenza sui mercati elencati.

OFFRIAMO LA RICARICA VELOCE,

MA PER IL TRATTO CASA-LAVORO

O UNA SCAMPAGNATA 150 KM

DI AUTONOMIA SONO SUFFICIENTI

Il mercato italiano in che condizioni versa? Per superare il problema della carenza di colonnine diventa fondamentale la vostra tecnologia Fast Charge?Come tutti i Paesi con un ritardo infrastrutturale va a rilento, ma ci sono segnali interessanti di investimenti di privati e istituzioni. Ci stiamo impegnando anche noi, attraverso delle partnership, per dotare di colonnine le strade più amate dai motociclisti. La ricarica veloce è importante, siamo gli unici a offrirla, ma non è indispensabile come in auto. Per chi come me usa la moto per andare al lavoro o per la scampagnata del week end, 150 chilometri di autonomia sono sufficienti. Tant’è che quando vado in giro ho smesso di portarmi dietro il cavo per collegare la moto alla presa elettrica.

Le vostre moto fanno un figurone sia all’Eicma che al Ces: un piccolo miracolo. Tecnologia, sogno e bellezza: è questo il segreto dell’innovazione made in Italy?C’erano delle perplessità a Las Vegas, ma le abbiamo fugate mostrando il contenuto di elettronica applicata dei nostri mezzi. L’Italia deve investire nell’innovazione, ma pensata per prodotti di alta gamma. A Modena sappiamo fare prodotti di velocità, di grido. La Ferrari saprebbe realizzare anche delle utilitarie, ma non lo fa. Così noi avremmo potuto realizzare degli scooter elettrici, però non saremmo stati concorrenziali. E allora abbiamo costruito dei bolidi.

L’AUTOSTRADA DELL’ENERGIA
Da San Francisco a Los Angeles senza una goccia di benzina: li ha coperti Bill Levasseur a bordo di Energica Eva nella scorsa primavera durante il Cal1Tour, un’iniziativa pensata per promuovere le potenzialità dei superbolidi elettrici tra il pubblico del “Golden State”. Il rider ha percorso 450 miglia (quasi 700 chilometri) con nove brevi soste – 23 minuti in media – per un rabbocco di elettricità. «Abbiamo voluto dimostrare le potenzialità della nostra Fast Charge in uno Stato cablato come la California», racconta Franco Cevolini, presidente di Energica. «Se ci sono i punti di ricarica, si può coprire qualunque distanza. Ma è quello che succede anche in auto, quando si ha bisogno di una stazione di servizio».

© Riproduzione riservata