Quando le aziende sbagliano prodotti e pubblicità: i casi di Adidas e Swatch

Quando le aziende sbagliano prodotti e pubblicità: i casi di Adidas e Swatch© Shutterstock

Avere un business plan centrato, puntare sui prodotti giusti e sulla campagna marketing più idonea rappresentano l’abc per le aziende che vogliono avere successo: lo sanno bene Adidas e Swatch, che non hanno gestito al meglio le loro ultime uscite sul mercato.

La prima ha rischiato un incidente diplomatico con Messico meridionale, la seconda con un colosso come la Cina. Ma procediamo con ordine e vediamo che cosa è successo. Perché due realtà con così grande esperienza e consolidate sul mercato mondiale hanno avuto dei problemi di questa natura?

Il caso Adidas

Fra le aziende che hanno dovuto ammettere un errore di percorso c’è sicuramente il colosso Adidas, leader nel settore dell’abbigliamento sportivo. A chiedere conto e ragione di alcune scelte sono stati gli abitanti di Villa Hidalgo Yalálag, un piccolo villaggio nella Sierra Norte di Oaxaca, a ovest dell’Itsmo di Tehuantepec. In quelle zone sono esperti nella tessitura delle huarache, sandali che i maestri artigiani zapotechi intrecciano con maestria. Sono il simbolo della loro resistenza e della loro identità con lentezza e pazienza, insieme alla loro storia di resistenza.

Adidas ha tratto ispirazione da questa arte per le Oaxaca Slip‑On, suscitando l’indignazione degli indigeni di quei luoghi. “Ci hanno preso senza chiedere”, è stata la loro denuncia. Il designer messicano-statunitense Willy Chavarría voleva omaggiare la propria terra e, invece ha creato un incidente diplomatico. Inoltre, Claudia Sheinbaum, la presidente del Messico, ha chiesto il ritiro immediato del prodotto dal mercato, annunciando anche possibili ritorsioni legali. Risultato? Adidas ha dovuto chiedere scusa pubblicamente.

Il caso Swatch

Fra le aziende che hanno dovuto ammettere di aver commesso uno sbaglio, oltre ad Adidas, c’è anche Swatch. La sua ultima pubblicità è stata definita razzista, a causa di un gesto ribattezzato degli “occhi a mandorla”. Nonostante l’azienda abbia deciso di ritirare la campagna pubblicitaria diffusa in Cina, le ire non si sono placate e hanno avuto ampio spazio soprattutto sui social.

Ed è proprio attraverso il canale Instagram che Swatch ha chiesto scusa. “Ci scusiamo sinceramente per il malinteso e il disagio che possiamo aver creato”, si legge. Tuttavia, molti utenti chiedono il boicottaggio dei marchi del gruppo Swatch, tra cui ci sono Blancpain, Omega, Longines e Tissot.

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