Prezzo sigarette, possibile stangata fiscale da Ue: le ripercussioni su e-cig e tabacco

Prezzo sigarette, possibile stangata fiscale da Ue: le ripercussioni su e-cig e tabacco© Shutterstock

È tempo di bilanci e il prezzo delle sigarette potrebbe cambiare in seguito a una stangata fiscale al vaglio dell’Ue. Non si tratterebbe di un intervento minimo, ma verrebbe apprezzato a tutti i livelli della filiera.

Le percentuali in ballo potrebbero toccare anche il 1.000% e andrebbero a cambiare la Ted, la Direttiva sulle accise del tabacco. I prezzi di vendita al pubblico riguarderebbero diversi prodotti. Verrebbero intaccati le sigarette e i sigari, le sigarette elettroniche, il tabacco riscaldato e quello da arrotolare, le bustine di nicotina.

Il piano al vaglio dell’Unione europea

Si torna a parlare dell’argomento dopo una prima discussione iniziata nel 2022, tre anni fa. La proposta del 2025, però, è molto più incisiva rispetto alla precedente. Se venisse accettata, infatti, le tasse sulle sigarette aumenterebbero del 139% e quelle dei tabacchi trinciati per le sigarette fai da te del 258%. Per non parlare del costo dei sigari che sarebbe più alto del 1090%.

I consumatori vedrebbero aumentare il prezzo di un pacchetto di sigarette di 1 euro, se l’Ue decidesse di rendere attuativa la riforma. Si tratterebbe di un incremento superiore al 20%. Un effetto mai visto prima e contrario alle politiche richieste dall’Italia. Sono a rischio gli investimenti nel settore del tabacco, dove il fattore fiscale ha un peso considerevole. Ecco perché il ministro Giancarlo Giorgetti ha chiesto all’Unione europea di non incidere così aspramente sulle condizioni attuali.

Secondo le stime, meno del 4% del raccolto annuale mondiale di tabacco viene coltivato nell’Ue. Il numero dei coltivatori, nel 2024, è pari a circa 14.500/15.000: in calo rispetto al 2010, anno in cui si era arrivati a quota 60.000. Oggi i maggiori produttori del Vecchio Continente sono tre. Nello specifico la Bulgaria conta circa 6.200 coltivatori, la Grecia 4.600 e la Polonia 3.500. Nel nostro Paese il settore ha un ruolo essenziale sotto il profilo occupazionale ed economico. L’Italia, infatti, esporta prodotti del tabacco riscaldato Made in Italy per quasi due miliardi di euro ogni anno.

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