Perché proprio mille giorni? Perché, nel nostro Paese, è difficile che un Esecutivo arrivi a una cifra a tre zeri. Il Governo Meloni arriverà a questo traguardo il 17 luglio 2025 ed è tempo di fare bilanci. Infatti sarà il quarto più lungo della Repubblica, subito dietro al secondo e al quarto di Silvio Berlusconi e al primo di Bettino Craxi.
Ma quali sono i punti di forza di una squadra guidata da una donna e quali sono, invece, i punti di debolezza? È opportuno analizzare lo spread, il debito pubblico, il Pil, l’inflazione e il tasso di occupazione. Alcuni sono veri e propri record in positivo, altri andrebbero un attimo rivisti.
Debito, Pil e spread: gli effetti del Governo Meloni
Il debito pubblico, a ottobre 2022, era pari a 2.771 miliardi di euro. Oggi ha superato i 3.063 miliardi. Si tratta di un incremento di più di 290 miliardi, una cifra superiore a quella del Pnrr. Il Pil non sta crescendo come dovrebbe: si è passati dal +2,4% annuo di due anni fa al +0,7% dell’anno scorso, registrando un rallentamento del 70%. Di conseguenza, il rapporto debito/Pil è ancora debole. Anche se è passato dall’8,5% al 3,4%, siamo ancora lontani dall’uscita dalla procedura di aperta dai vertici dell’Ue. L’obiettivo del Governo Meloni è di portare il saldo tra le entrate e le uscite al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026.
Tuttavia, l’Esecutivo è stato promosso da L’Econonomist per lo spread costantemente in calo. Il dato è sceso sotto i 110 punti e il differenziale fra i rendimenti decennali italiani e tedeschi si è ridotto a 90 punti base. Anche il successo in Borsa è un punto a favore di questo Governo. L’indice Ftse Mib è cresciuto di quasi l’80% (muovendosi attorno ai 39 mila punti) che è stata in grado di riportare la borsa italiana sui livelli del 2007. Anche la corsa dei prezzi, che nel 2022 aveva toccato l’11,8% su base annua, si è gradualmente ridimensionata, arrivando all’1,7% nel giugno 2025. Non a caso Moody’s e altre banche di rating hanno fatto passare l’Italia da BBB+ a BBB con outlook stabile.
Anche sul fronte occupazione il Governo Meloni riesce a chiudere i bilanci in positivo. Con una crescita del tasso di occupati dal 60,5% al 62,8% e una disoccupazione in diminuzione dell’1,4%, l’Italia registra uno dei miglioramenti più significativi fra le economie avanzate. Inoltre, l’indicatore – secondo i dati Istat – è migliorato sia in valore assoluto sia in dinamica relativa, con il tasso di inattività in calo e la partecipazione femminile in leggera risalita. Tuttavia, Meloni non è riuscita a risolvere la questione demografica e, in questo, non si è dimostrata più capace dei premier degli ultimi 20 anni. Dal 2022 a oggi, infatti, il tasso di natalità è sceso ancora: da 6,7 a 6,3 nati ogni mille abitanti.
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