Istat, inflazione in calo a maggio 2025 ma crescono prezzi al consumo

Istat, inflazione in calo a maggio 2025 ma crescono prezzi al consumo© Shutterstock

I dati Istat, che saranno definitivi il 17 giugno 2025, mostrano un calo dell’inflazione insieme a una risalita dei prezzi. È merito dell’energia in calo degli alimentari e dei trasporti.

Secondo le stime preliminari dell’Istituto di statistica nazionale, a maggio 2025, il Nic – l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,6% su base annua, che corrisponde a un punto percentuale in più rispetto ad aprile 2025.

I fattori che incidono sull’inflazione

L’aumento tendenziale dell’inflazione è dovuto soprattutto dal rallentamento della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che passa da -13,9% a -8,5%; dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati, che sono passati da +2,2% a +4,1%, e dei servizi relativi ai trasporti: da +2,7% a +4,3%.

Questo meccanismo è stato soltanto parzialmente compensato dal rallentamento dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, passati da un +2,8% a un +2,3%, e da quelli dei beni durevoli, da +0,9% a +0,2%.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, aumenta passando da un +2,1% a +2,2%. L’inflazione, escludendo i soli beni energetici, sale da un +2,0% a un +2,1%.

Crescono i prezzi di alimentari freschi e trasporti

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati, pari a quasi due punti percentuali, e dei servizi che riguardano i trasporti, aumentati di un punto percentuale e mezzo e influenzati dalla stagione.

Ma non è finita qui. Secondo i dati Istat, che registrano un calo dell’inflazione e un aumento dei prezzi, a incidere sono i costi dei tabacchi (cresciuti di un +1,1%) e – seppur di meno – quelli dei beni energetici non regolamentati (pari a +0,5%). Contemporaneamente, si è assistito a un calo dello 0,7% dei beni durevoli e dello 0,6% di quelli semidurevoli.

I prezzi dei beni alimentari, di quelli per la cura della casa e della persona aumentano di poco su base tendenziale, passando da un +2,5% a un +2,6%). Lo stesso vale per i  prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che passano da un +2,6% a un +2,7%.

L’Ipca, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, invece, è aumentato dello 0,2% su base mensile e dell’1,0% su base annua (rispetto al +0,9% di aprile 2025). Si tratta di un dato che rispecchia le vendite stagionali che riguardano i settori dell’abbigliamento e delle calzature.

Su base annua, diminuisce la crescita dei prezzi dei beni – che passa da un +0,3% a un +0,7%, ma sale quella dei servizi (da +2,5% a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce lievemente, e precisamente da +2,2% a +1,9%.

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