Mary Barra, Ceo di GM: la sua rivoluzione per l’auto elettrica

Mary Barra, Ceo di GM: la sua rivoluzione per l’auto elettrica

Mary Teresa Barra è l’attuale amministratrice delegata (Ceo) di General Motors, in carica dal 15 gennaio 2014. Si tratta di una figura storica nell’industria automobilistica: è stata la prima donna in assoluto a guidare uno dei tre grandi costruttori americani (i cosiddetti Big Three). Nata il 24 dicembre 1961 a Waterford, un sobborgo di Detroit, da una famiglia di origini finlandesi, Barra è figlia d’arte: suo padre, Ray Makela, ha lavorato per quasi 40 anni come operaio presso lo stabilimento Pontiac di GM. Fin da giovane, quindi, “respira” l’atmosfera delle catene di montaggio di Detroit e sviluppa una profonda conoscenza dell’azienda che un giorno si troverà a guidare.

Negli oltre dieci anni alla guida di GM, Mary Barra ha affrontato sfide cruciali e cambiamenti epocali nel settore automotive. Con determinazione e pragmatismo, ha traghettato la compagnia fuori da momenti critici e l’ha orientata verso un futuro di mobilità sostenibile, puntando con forza sull’auto elettrica e sulle nuove tecnologie. Oggi Barra è la seconda Ceo più longeva nella storia ultracentenaria di GM (superata solo dal leggendario Alfred Sloan degli anni 20-40). La sua leadership, fatta di decisioni coraggiose e capacità di innovare, l’ha portata a essere riconosciuta tra i leader d’azienda più influenti al mondo.

Gli inizi: dalla catena di montaggio al General Motors Institute

La storia professionale di Mary Barra è strettamente intrecciata con General Motors sin dall’adolescenza. Dopo il diploma alla Waterford Mott High School, a soli 18 anni Mary inizia a lavorare in GM come apprendista sulla catena di montaggio presso la divisione Pontiac. Il suo compito, nel 1980, era ispezionare parafanghi e cofani delle auto – un lavoro umile che svolge per pagarsi gli studi. Barra infatti frequenta in parallelo il General Motors Institute (oggi Kettering University), laureandosi in ingegneria elettrica nel 1985.

Grazie ai risultati eccellenti, GM le offre una borsa di studio per proseguire la formazione. Nel 1990 Mary consegue un MBA alla Stanford University. Proprio durante gli anni dell’università conosce quello che diventerà suo marito, Anthony “Tony” Barra. La coppia si sposerà e avrà due figli, ma la carriera di Mary in GM non conoscerà pause: una volta terminati gli studi, la giovane ingegnera torna in azienda pronta a farsi strada nei ranghi dirigenziali.

La scalata in General Motors e la nomina a Ceo

Rientrata a tempo pieno in GM nei primi anni 90, Mary Barra inizia una rapida scalata gerarchica. Ricopre diversi ruoli di responsabilità crescente, che le consentono di conoscere a fondo vari aspetti del business automobilistico. Nel 2008 viene promossa Vice President of Global Manufacturing Engineering, l’anno dopo diventa Vicepresidente del Global Human Resources. Nel 2011 è vicepresidente esecutivo dello Global Product Development, ruolo chiave che la proietta verso il vertice aziendale.

Nel dicembre 2013 l’allora Ceo Dan Akerson annuncia la sua successione: il 15 gennaio 2014, Mary Barra diventa amministratrice delegata di GM. È la prima donna alla guida di un colosso automobilistico globale. Una game changer nella storia industriale americana.

Le prime sfide da Ceo: dallo scandalo dei richiami al rilancio di GM

Il primo anno da Ceo è segnato dal caso degli interruttori difettosi, collegato ad almeno 124 vittime. GM richiama oltre 30 milioni di veicoli e affronta indagini congressuali. Barra si assume le responsabilità, avvia licenziamenti e riforme profonde della cultura aziendale con il motto Speak up for Safety. La trasparenza e la determinazione con cui affronta la crisi le valgono rispetto e credibilità.

Da lì in poi, rilancia GM: taglia rami secchi (come la vendita di Opel in Europa), riduce la presenza in mercati poco redditizi e concentra gli investimenti su SUV, pick-up e nuove tecnologie. Tra queste spiccano la guida autonoma (con l’acquisizione della startup Cruise) e la mobilità elettrica, con il lancio della Chevrolet Bolt nel 2016.

L’impegno per l’auto elettrica e la mobilità sostenibile

Sotto la guida di Mary Barra, GM ha tracciato una rotta chiara verso la mobilità sostenibile. L’obiettivo è zero emissioni entro il 2035, abbandonando gradualmente i motori a combustione. Per raggiungerlo, l’azienda ha stanziato 35 miliardi di dollari in investimenti tra EV e guida autonoma. La piattaforma modulare Ultium è il cuore della strategia: flessibile, scalabile e utilizzata su modelli come Cadillac Lyriq e Chevrolet Equinox EV. GM punta a produrre 1 milione di EV all’anno in Nord America entro fine 2025.

Ma non tutto è filato liscio: nel 2023 GM ha mancato alcuni obiettivi sulle vendite EV. Barra ha ammesso i ritardi, ma ha ribadito la volontà di accelerare. Il 2024 è un anno di rilancio con un’ondata di nuovi modelli, maggiore efficienza industriale e il supporto degli incentivi federali Usa. L’obiettivo? Raggiungere margini positivi sugli EV entro il 2025. Mary Barra ha dichiarato che “la transizione sarà lunga, ma inevitabile”.

Guida autonoma e innovazione tecnologica

Parallelamente all’elettrico, Barra ha scommesso sulla guida autonoma. GM ha investito massicciamente in Cruise, la controllata dedicata ai robotaxi. Dopo un avvio promettente, la tecnologia ha incontrato ostacoli: un incidente a San Francisco ha portato alla sospensione dei test pubblici e al ridimensionamento delle attività Cruise. Barra ha reagito con pragmatismo: ha ridotto temporaneamente gli investimenti, ma ha confermato che l’obiettivo resta nel medio-lungo periodo. GM ha fissato un tetto alle perdite Cruise per il 2025: massimo 2 miliardi di dollari.

Leadership, riconoscimenti e vita privata

Mary Barra è ammirata per uno stile di leadership trasparente, diretto e pragmatico. Ha saputo trasformare una cultura aziendale rigida in un ambiente più collaborativo e aperto, promuovendo inclusione e responsabilità. Il riconoscimento Legend in Leadership ricevuto da Yale nel 2018 e l’ingresso nella Automotive Hall of Fame nel 2023 ne confermano lo status di role model.

Vive a Detroit con il marito e i due figli. Appassionata di auto sin da giovane, ricorda con affetto la sua Pontiac Firebird. Partecipa a consigli scolastici (tra cui la Detroit Country Day School) e sostiene l’istruzione tecnica. La sua storia è un esempio raro di come si possa partire dalla catena di montaggio e arrivare a guidare una delle aziende più potenti del mondo.

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