Con l’approvazione del ‘DL Materie prime critiche’ da parte del Consiglio dei Ministri, il Governo Italiano intende ridurre i tempi per la riapertura delle miniere e dei giacimenti di materie prime e terre rare. Queste ultime sono sempre più preziose per produzioni come quelle di batterie e per la transizione energetica in generale. Il provvedimento, che destina 3,5 milioni all’aggiornamento delle carte minerarie, è firmato dai ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Su terre rare e materie prime un cambio di rotta
Se negli ultimi decenni era prevalsa la pratica di importare minerali dall’estero, da Paesi come l’Africa, la Cina, l’India e il Sud America, adesso l’esecutivo vuole puntare sulle risorse del territorio, anche attraverso i finanziamenti del “fondo sovrano”. Si parla di un miliardo di euro per “sostenere progetti specifici e sostenere la creazione di campioni nazionali”, come hanno spiegato i ministri.
Stando al testo, rispetto alle pratiche e autorizzazioni del ministero dell’Ambiente e delle Imprese, le procedure per riaprire le miniere non potranno superare i 18 e 10 mesi. Sono previste, come evidenziato in un articolo di Repubblica, royalty per Stato e Regioni: “La remunerazione economica è datata 1927. Per l’esplorazione di una miniera la tariffa è 16 euro l’ettaro l’anno. Qui si prevede un regime di royalty sul modello del petrolio in Basilicata che prevede dal 5 al 7% ripartito tra Stato e Regioni”, ha spiegato Urso. “È giusto ricavare benefici per i cittadini”.
L’Italia vanta uno dei giacimenti di litio più rilevanti d’Europa, identificato in provincia di Viterbo e in Toscana dalla multinazionale australiana Altamin – che sonda inoltre giacimenti di cobalto tra Balme e Usseglio nelle Valli di Lanzo -, ma ci sono tracce del cosiddetto “oro bianco” anche sugli Appennini, da Alessandria a Pescara. L’entroterra di Savona invece possiede un’importante riserva di titanio: si tratta di 9 milioni di tonnellate all’interno del Parco regionale del Beigua.
© Riproduzione riservata