Fisco, sanzioni più leggere per i ritardi sulle imposte

Scende la soglia percentuale della sanzione in caso di imposte dichiarate e non versate: la novità fa parte dell'ultimo decreto legge approvato dal Governo

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Il Fisco italiano allevia la pressione sui milioni di contribuenti che stanno faticando a restare in regola con i versamenti dovuti. Stando a quanto riportato da NT+ Fisco, l’intenzione è quella di dimostrarsi più pazienti alleggerendo le sanzioni in caso di ritardi sulle imposte.

La novità è emersa dal decreto legge varato giovedì scorso in via preliminare dal Governo. La misura attuativa della delega fiscale allevia il carico per chi ritarda a pagare acconti, saldi o versamenti periodici delle imposte: la sanzione base passa così dal 30 al 25% di ogni importo mancato. L’esecutivo non ha toccato gli sconti previsti dal Dlgs 471/97 e il ravvedimento operoso, che restano misure utili per abbassare gli importi.

Il taglio della sanzione base è un alleggerimento che interesserà tantissimi contribuenti, tanto da costituire un fenomeno di massa: la liquidazione automatica dell’Agenzia delle Entrate ha evidenziato imposte dichiarate e non versate per 12,4 miliardi di euro da parte di 3,8 milioni di soggetti, riporta la fonte. L’importo medio è di 3.275 euro, ma se si escludono i 3,2 milioni di contribuenti con somme non pagate sotto i 5 mila euro, la media supera i 16 mila euro.

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Per questa vasta platea di imprese e autonomi, l’alleggerimento delle sanzioni potrebbe costituire quindi un aiuto per mettersi in regola. Il decreto Milleproroghe ha riaperto inoltre le porte alla rottamazione-quater: chi non ha pagato le prime due rate potrà rimettersi in corsa entro il 15 marzo. Prevista anche la facoltà di rinviare a gennaio e dilazionare in cinque rate l’acconto Irpef dello scorso 30 novembre.

Quello che non cambierà, sottolinea NT+ Fisco, è la soglia di punibilità: 150mila euro di ritenute e 250mila euro di Iva per periodo d’imposta, con il termine entro cui deve essere commesso l’illecito che si sposta al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di dichiarazione. La sanzione scende al 25%, sì, ma c’è una multa fissa da 250 euro per i casi in cui il tax credit è genuino ma sono stati violati gli adempimenti amministrativi, quando non essenziali a definire il bonus e la violazione sia rimossa entro la successiva dichiarazione dei redditi.ì

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