Palazzo Pallavicini ospita Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giap­ponesi

Una mostra porta a Palazzo Pallavicini più di 200 opere dei più “spaventosi” artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo. Un’occasione in più per organizzare una visita nel capoluogo emiliano

Palazzo-Pallavicini-Yokai-KuniyoshiL’opera di Kuniyoshi Utagawa 'La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre', esposta a Palazzo Pallavicini di Bologna

Un viaggio fantastico attraverso centinaia di opere dei più “spaventosi” ar­tisti giapponesi del XVIII e XIX secolo con storie leggendarie che, unen­do mito, brivido e mistero, hanno dato origine a manga, eroi e mostri del Sol Levante. La mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giap­ponesi porta al Palazzo Pallavicini di Bologna, fino al 23 luglio più di 200 opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche, libri rari, abiti, armi, un’armatura sa­murai e una straordinaria collezione di netsuke (piccole sculture in avorio un tem­po usate come fermagli).

A Palazzo Pallavicini si rivive la prova di coraggio dei samurai

Non solo. L’esposizione, ideata e prodotta da Vertigo Syn­drome e curata da Paolo Linetti, si apre con una sala immersiva che fa rivivere al visitatore l’esperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai: il ritua­le delle 100 candele. Rituale che iniziava dopo il tramonto e vedeva i samurai riu­nirsi in una stanza illuminata dalla luce di cento candele.

Ognuno di loro doveva raccontare ai compagni una storia popolata di yōkai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo di testare il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine della storia, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli altri: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Allo stesso modo i visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele che proietteranno sui loro volti rosse ombre tremolanti. Le candele si spegneranno poi una a una, accompagnate dalla voce roca del fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso yōkai nella notte.

I maestri della scuola Utagawa

Tra le stampe in mostra, spiccano poi le xilografie di Hokusai e i lavori dei tre più importanti maestri della scuola Utagawa: Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi. Il risultato è un’esposizione coinvolgente, capace di stimolare curiosità e riflessione. Una ragione in più per organizzare un viaggio a Bologna, accanto alle sue torri, ai portici, alle chiese e ai palazzi che ne testimoniano la lunga e interessante evoluzione storica.

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