Isola Bisentina: un museo a cielo aperto

Al centro del lago di Bolsena sorge l’Isola Bisentina, un concentrato di storia e natura riaperto al pubblico grazie alla mecenatismo della famiglia Rovati

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L’Isola Bisentina appare come una visione, al centro del lago di Bolsena, il più grande d’Europa tra quelli di origine vulcanica. Da un paio d’anni quest’isola infarcita di storia, leggende e gioielli architettonici, caratterizzata da un microcosmo floro-faunistico unico, è stata strappata dall’abbandono e riqualificata. Merito della famiglia Rovati (mecenati lombardi innamorati del luogo), che ne sono ora i proprietari.

La Malta dei Papi dell’Isola Bisentina

A un anno dalla sua riapertura al pubblico, la Bisentina svela questa estate ai visitatori la Malta dei Papi. Misteriosa nella sua creazione, ubicata sotto il monte Tabor, il punto più alto dell’isola, e citata persino da Dante nel Paradiso come carcere perpetuo, è un profondo cunicolo scavato nel tufo alla cui estremità c’è una camera ipogea di circa 6 metri al cui centro troviamo un pozzo per la raccolta di acqua.

In epoca romana fungeva da cisterna, nel Medioevo era la prigione degli eretici, nell’800 meta di pellegrinaggio degli amanti dell’occulto, che qui vedevano un punto di comunicazione con gli Inferi: il fascino, ancora oggi, sorprende, ed è la tappa più originale della visita guidata all’isola.

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La camera ipogea della Malta dei Papi, al cui centro si trova un pozzo per la raccolta dell’acqua

Il percorso sull’Isola

«Oltre che godere delle bellezze architettoniche e naturalistiche di questo museo a cielo aperto, il visitatore è invitato a vestire i panni di esploratore e partecipare alla scoperta della Malta e del suo significato profondo», ci spiega Sofia Elena Rovati, direttrice del progetto di apertura della Bisentina dal 2022. Lungo il percorso si possono visitare tre delle sette cappelle edificate fra XV e XVI secolo: la suggestiva cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane posta su uno sperone di roccia alto 22 metri, la cappella del Monte Calvario, che conserva preziosi affreschi attribuiti alla mano di Benozzo Gozzoli, e la cappella di Santa Concordia.

Sono avviati i lavori di restauro della grande chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, che si scorge non appena si approda con la barca alla darsena in stile Liberty: il monumento è importate perché i papi Farnese (che qui erano di casa) commissionarono a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, celebre architetto del 500, proprio l’ampliamento del monumentale edificio.

In questa oasi di storia e pace – per i sentieri si gira solo a piedi e con scarpe comode – tra il rumore del vento che muove i pini marittimi e gli ulivi, lo sciabordare delle onde del lago e il canto dei numerosi volatili che qui trovano rifugio, c’è spazio anche per l’arte contemporanea. Nella Malta dei Papi, ad esempio, è stato appena realizzato il progetto site specific della designer svedese Helena Arlock Wahlberg, che consiste in una efficace installazione sonora capace di esaltare l’esperienza di visita di un luogo davvero unico in Italia.

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