Rientro in technicolor

Chi ha detto che un abbigliamento formale non possa lasciare spazio alla creatività? Quest’autunno l’imperativo è: giocare con le nuance. Anche in ufficio

Se lo si raccontasse a un uomo d’affari di qualche decennio fa non ci crede­rebbe. Eppure la realtà, or­mai sotto gli occhi di tut­ti, vuole che lo stile maschile non sia più fatto di abiti blu e completi gessa­ti: nossignore. Oggi essere un uomo di stile significa saper giocare con il colore, al di là dei codici d’abbiglia­mento imposti dai ruoli. Suonerà stra­no a chi è rimasto indietro nel tempo, considerando eleganti solo gli acco­stamenti monocromatici, equivalen­te femminile del pensare ancora, al giorno d’oggi, che le scarpe debbano essere in tinta con la borsetta.

A dirlo, con voce imperante, sono al­cuni degli uomini più influenti del mondo. Basti pensare a Lapo Elkann: sarà che fa parte della scuderia di cavalli di razza degli Agnelli, ma sa cosa significa lo stile. Tanto che Vo­gue America l’ha consacrato come uomo più elegante del mondo e che, da allora, è apparso sulle copertine di numerosi magazine patinati: Gq, Va­nity Fair, L’Uomo Vogue e chi ne ha più ne metta. E non finisce qui: ha an­che scritto il libro Lapo. Le regole del mio stile (Add editore) in cui raccon­ta quanto la questione gli stia a cuo­re. Per Elkann lo stile è una faccenda tanto seria quanto ampia: non si li­mita solo all’abbigliamento, ma arri­va fino all’arredamento, passando per lo sport e allarga i propri orizzonti di­ventando una delle parti fondamenta­li della vita.

Si può dire che l’imprenditore, fonda­tore e presidente di Italia Independent Group, sia l’emblema del concetto di stile maschile contemporaneo. Non teme i colori, né gli accostamenti ec­centrici. Anzi, ne fa il punto di forza del suo guardaroba.

Non c’è solo Lapo a giocare su la carta di uno stile non convenziona­le. A tal proposito Mr Porter, celebre sito punto di riferimento per la moda uomo, ha realizzato una serie di interviste su queste argomento. Prota­gonisti cinque uomini del business statunitense: tra loro David Marquart, fondatore e Ceo di Marquart Capital, Yomi Akinyemi, VP di Fund Finance, e Peter Molloy, Founding Director di Edison Investment Research. Uomi­ni dalle alte cariche che concordano, quasi all’unisono, su quanto lo stile in ufficio non sia solo fatto di com­pleti dall’aspetto sterile. Amano gio­care con i colori, ma non solo: ren­dono le texture protagoniste del pro­prio look, accostando tessuti di diver­so peso e finitura. Spesso e volentieri si affidano a tinte fino a oggi inusuali per un uomo d’affari, come il rosa o il verde pastello. Ciò che è fondamen­tale è mantenere la formalità, per es­sere in linea con il proprio ruolo (an­che, se nel futuro, anche questa po­trebbe non essere più una certezza). Per fare ciò, preferiscono abiti dal ta­glio sartoriale: uno stile personale che dice addio all’omologazione, ma non si dimentica della qualità.

Italia all’inseguimentoProbabilmente questo fenomeno deve ancora arrivare del tutto nel nostro Paese. Mentre Londra e New York ne sono al centro, Milano canta ancora fuori dal coro non restando al passo coi tempi. Tanto è più facile vedere un buyer di moda vestito con personalità – a volte al limite dell’eccen­trico – quanto è più diffi­cile incontrare un broker finanziario che indossi colori diversi in un unico look. Ma lo stile, si sa, è in continua evoluzione e come già è accaduto negli Stati Uniti e in In­ghilterra, nulla vieta che la personali­tà faccia capolino del tutto anche ne­gli uffici italiani.

Nonostante il made in Italy sia con­templato nel mondo per qualità ma­nifatturiera e gusto, spesso l’uomo nostrano preferisce affidarsi alla cer­tezza della normalità. Sarà per pre­giudizio – molti rinnegano che il rosa sia un colore accettabile nel proprio guardaroba, anche se, grazie alla for­za dei contrasti, sa mettere l’accento sulla virilità come poche altre tinte – sarà per comodità, ma tra le ante de­gli armadi maschili italiani fioccano il blu, il grigio in tutte le sue declina­zioni – passando anche per il melan­ge – il beige e il nero. Colori che non hanno nulla da invidiare a tinte più vivaci, ma che troppo spesso sono ac­costati seguendo il concetto del total look: risultato? Una gran monotonia.

Le passerelle insegnanoLa parola d’ordine per quest’autun­no, a partire dal rientro in ufficio dopo le vacanze estive, è osare: prova­te accostamenti diversi dal solito, sen­za paura. Risultereste molto più buffi in un completo gessato. A confermarlo ci pensano le collezioni autunno/inver­no 2015-16 che, su scala internaziona­le, mostrano come l’abito formale sia in trasformazione. A partire da Canali, che ha mandato in passerella un look simbolo di questa tendenza. Un insie­me di colori neutri in cui il giallo ac­ceso irrompe con ironia: il doppio pet­to diventa così un elemento di rottu­ra, mantenendo linee e tagli classici. Il capo è abbinato a un maglione a ma­glia grossa grigio chiaro, una borsa da lavoro in pelle nera e un paio di strin­gate bicolore. Un outfit decisamente formale, ma con quel tocco in più ca­pace di fare la differenza. Dior Hom­me punta sullo stesso concetto, facen­do sfilare un cappotto stampato in cui giallo, nero, bianco e grigio creano un disegno stilizzato. Un capo che da solo risulta eccentrico, ma che abbinato a un paio di pantaloni neri e a una ca­micia bianca non risulta poi esagerata­mente estroso. A completare il look, un paio di sneaker in vernice nera.

Di contro, per chi volesse aggiungere qualche tocco di colore al proprio stile senza esagerare, la collezione di Her­mès è d’esempio. Un completo grigio chiaro, composto da una giacca dop­piopetto e un paio di pantaloni drit­ti. Elemento di rottura, questa volta, è una sciarpa viola che avvolge il collo in un caldo abbraccio: anche se è solo un accessorio, è colorata quanto basta per caratterizzare il look. Kris Van As­sche propone un completo grigio scu­ro, in coppia con un dolcevita verde bottiglia. Fino a ora, nulla di partico­lare. Ciò che sorprende sono gli inser­ti sulla giacca, simili a un camouflage: di un tono di grigio più scuro, creano un pattern in grado di arricchire tutto il look. A conclusione, una proposta di Hardy Amies, definibile anch’essa un simbolo di questo trend. Un completo coordinato caratterizzato da una stam­pa a micro check sui toni del blu, ab­binato a una camicia blu notte. Il tutto è arricchito da un cappotto corto color mattone, i cui ampi revers incorniciano il viso. Ma non è tutto: una sciarpa bor­deaux e un paio di stringate dall’appeal sportivo completano l’outfit. Amies dà un’importante lezione: si possono – e si devono – mischiare le tinte, basta sa­perlo fare con gusto e misura.

Alla ricerca del giusto equilibrio Seguendo quanto dettato dalle sfi­late, non occorre abbandonare del tutto i colori neutri: servono, in­fatti, a smorzare il look così come le tinte più vivaci sono utili a dare ca­rattere. Tagliatore Pino Lerario pro­pone una giacca monopetto due bot­toni con ampio rever: risulta perfetta abbinata ai pantaloni grigi in flanel­la e alla camicia classica di Gant. Le giornate fredde sono alle porte ed è ora di pensare anche al cappotto. Ta­tras ne propone uno verde bosco, in lana e tessuto tecnico con ampio col­lo e abbottonatura doppio petto. Importantissimi, manco a dirlo, gli ac­cessori. Immancabile, nella vita lavo­rativa di un uomo, la cartella da la­voro: impeccabile la Costa di Valex­tra in vitello stampato verde. E le scar­pe sono un elemento imprescindibile: spesso e volentieri sono loro a fare la differenza. Le stringate Alessio di Ber­luti, in pelle Venezia color tabacco con suola a contrasto, sono l’ideale per mantenere eleganza e personali­tà. A completare il look, la calza lun­ga di Alto Milano a spina di pesce in lana merino. Perché non dare un toc­co in più anche al proprio tablet? La cover del marchio Pijama, in sughe­ro e neoprene, risulta e la soluzione ideale per creare un outfit fuori dagli schemi per la vita in ufficio. L’autunno, per il businessman e per l’uomo più in generale, è all’insegna della fantasia: cercare di distinguer­si dalla massa, senza snaturare il pro­prio stile, è il sine qua non di questa stagione.

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