L’export traina l’arredo made in Italy

Il neo presidente di Federlegno, Roberto Snaidero, fa il punto dello stato di salute di un settore ancora alla prese con la crisi

La ripresa dell’arredo made in Italy passa soprattutto dell’export. A dirlo è Roberto Snaidero, nuovo presidente di FederlegnoArredo, la Federazione di Confindustria che riunisce le aziende produttrici di legno e arredamento. Snaidero, la cui nomina ufficiale a presidente è arrivata proprio ieri in occasione dell’assemblea generale della Federazione, ha colto l’occasione, partendo dai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Cosmit/Federlegno, per fare il punto sullo stato di salute del settore. Il fatturato del macrosistema legnoarredo, che raggruppa tutti i prodotti della filiera (dai primi semilavorati al prodotto finito), e cha visto nel 2010 una crescita complessiva dell’1,9% a 33,5 miliardi di euro, continua a crescere anche in questo 2011. A registrare le performance migliori l’export che, dopo il + 6,4% registrato nel 2010 (nel 2009, annus horribilis, le esportazioni erano crollate del 21,9%), continua a far bene, registrando nei primi due mesi dell’anno un aumento addirittura del 9%. Si confermano Francia (+4,9% in valore) e Stati Uniti (+11,3%) i paesi maggiormente dinamici, mentre la Germania ritorna alla crescita significativa (+14,5%) così come la Russia (+17,3%). Stenta invece ancora il mercato interno che, dopo il buon risultato del 2010 (chiuso a +3%, per un totale di 26,7 miliardi di euro), ancora non decolla. Il fatturato realizzato sul mercato nazionale dalle imprese italiane nei primi mesi del 2011 è diminuito infatti del 6,6%.

«Gli 11,6 miliardi di esportazioni registrati lo scorso anno rappresentano chiaramente un buon risultato rispetto al crollo del 2009 – ha commentato Snaidero – tuttavia per capire la situazione non si può dimenticare da dove siamo partiti. Fatto 100 quanto esportavamo nel 2007 – ha precisato il neo presidente – oggi siamo 18 punti percentuali sotto quel risultato e per ogni 100 euro esportato 4 anni fa, oggi ne esportiamo solamente 82. Ciò significa innanzitutto che il recupero rapido dei mercati esteri deve rappresentare una chiara priorità per noi e per il Paese».

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