Le grandi griffe puntano sui “piccoli” clienti

L’abbigliamento junior registra nel 2008 una crescita del 2,6% e le maison, non solo di casa nostra, ne approfittano per creare nuove collezioni e nuove partnership con aziende forti di un’esperienza decennale nel campo children

Secondo le stime di Smi su elaborazioni Istat, Sita-Ricerca e indagini campionarie, il 2008 dovrebbe confermare il buon andamento della moda junior italiana che comprende l’abbigliamento sia in maglia sia in tessuto da 0 a 14 anni, intimo e accessori inclusi: il fatturato dovrebbe superare i 2,7 miliardi di euro e l’export raggiungere quota 737 milioni. Per il comparto “bambino”, che si discosta più degli altri dagli eventi congiunturali che vedono protagonista tutto il mondo moda si prevede un incremento del giro d’affari supportato dai consumi interni (+2,2%). Fra le note dolenti vi sono i dati relativi alle esportazioni di abbigliamento per neonato, in forte flessione nei primi nove mesi dello scorso anno (-13,5%). Ottimismo e fiducia anche dall’ultima “tre giorni” di Pitti Bimbo tenutasi a Firenze, dove i buyer della distribuzione organizzata e individuale di tutto il mondo si sono confrontati con i prodotti che faranno business nella prossima stagione autunno-inverno: dall’organizzazione fanno sapere che è stata un’edizione carica di energie creative e commerciali grazie alla qualità delle collezioni, al design degli allestimenti e all’attenta segmentazione dell’offerta espositiva. Da sottolineare anche la grande importanza che hanno avuto quest’anno le sfilate: sono state 13, viste da più di 6 mila persone, a dimostrazione innanzitutto del fatto che la moda bimbo sta diventando, sempre più, parte integrante delle maison; ma anche di una nuova atmosfera e collaborazione tra produttori e commercianti, che a Pitti Bimbo fanno le prove generali per una vera logica di sistema, per rispondere in modo lungimirante alle difficoltà macroeconomiche che accompagneranno il 2009. Un altro segnale forte del fatto che il childrenswear tiene nonostante la crisi è dato dalle numerose aperture di showroom o flagshipstore da parte di aziende, come Burberry per esempio, che stanno puntando molto su Europa, ma anche su Medio ed Estremo Oriente. Tanti infine i progetti di partnership tra griffe e aziende del settore infanzia: presentato in anteprima mondiale proprio a Pitti Bimbo il passeggino che Roberto Cavalli ha disegnato per Aprica che concilia perfettamente l’eleganza un po’ animalier dell’azienda toscana con l’esperienza decennale di quella milanese. La stessa kermesse è stata poi l’occasione per la presentazione di due bici (una per il maschio e l’altra per la femmina) frutto della partnership tra I Pinco Pallino e il produttore specializzato De Rosa: carbonio (rossonero per il kid e tempestata di Swarovski per la girl) per il telaio monoscocca e l’alluminio per ruote, manubrio e attacco, mentre la sella è personalizzata con i loghi I Pinco Pallino e 1950 e con il nome del piccolo proprietario.

PITTI BIMBO: NUMERI E CURIOSITÀ

Visitatori: 12 milaCompratori: oltre 8.600Compratori italiani: 5.783 in live diminuzione rispetto al gennaio 2008

Tra i mercati esteri si sono registrate diminuzioni dove erano più che attese da quei Paesi come Spagna, Grecia, Stati Uniti e Inghilterra in cui la crisi economica si fa più sentire, mentre ci sono state belle sorprese da mercati nuovi e potenzialmente molto interessanti come Brasile, che ha raddoppiato il numero di buyer, Emirati Arabi (+13%), Polonia (+33%), Repubblica Ceca (+69%), Siria (+76%), Nuova Zelanda e dall’area del Nord Africa. Nella classifica dei Paesi esteri si conferma comunque in testa la Spagna (288 buyer), seguita da Germania (268), Francia (214), Russia (175), Olanda (154), Grecia (150), Gran Bretagna (133), Belgio (116), Giappone (87), Siria (76), Turchia (63), Svizzera (62), Polonia (60) Portogallo (53), Austria (48), Corea (48), Stati Uniti (45) e Israele (43).

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