Sì, viaggiare… ma in moto

Andare su due ruote non significa solo sfidare la velocità del vento. A volte più che la destinazione contano il percorso, il panorama, il comfort. Per chi vuole godersi tutto questo, ci sono la Kawasaki Versys 650 e la Suzuki V-Strom XT Abs

Troppe volte noi appassionati di moto – giornalisti in primis – ci azzuffiamo su quale moto sia più performante, tecnologicamente avanzata, evoluta rispetto al modello precedente. Discussioni fatte di numeri, dati oggettivi (e pareri spesso meno oggettivi) che tendono sempre ad alzare l’asticella di quello che ci pare necessario perché una moto sia quella giusta per noi. Compriamo le gomme più morbide, sostituiamo le sospensioni, cambiamo i rapporti, modifichiamo la centralina, lo scarico e tutto quello che il portafoglio ci consente per poter andare più forte del week end precedente, in una perenne rincorsa della prestazione che ci soddisfi appieno.

IL BELLO E’ RICORDARSI

OGNI METRO DI STRADA,

NON ARRIVARE

PRIMA DEGLI ALTRI

Poi un giorno sali su una Kawasaki Versys 650 o su una Suzuki V-Strom 650 XT Abs, trotterelli a 70 km/h e capisci che andare in moto è anche un’altra cosa. Andare in moto è dimenticarsi il nome delle gomme montate, dimenticarsi quanti cavalli ha il motore, o quanti Nm sprigiona; andare in moto è invitare la fidanzata a salire e vedere nei suoi occhi la gioia per la promessa di un viaggio in comodità e non il terrore del sellino ridottissimo senza appigli per contrastare le furiose accelerazioni.

Andare in moto – con certe moto – è ricordarsi ogni metro di strada percorsa e non arrivare a destinazione prima di qualcun altro. Se state cercando di guidare senza pensieri assillanti, con solo il gusto delle gomme sulla strada queste due moto sono la vostra scelta. Contenute per cilindrata, prezzo e costi di gestione, non lesinano quanto a comfort, qualità costruttiva e prestazioni. I motori bicilindrici da 650 cc sono una scelta equilibrata. Hanno carattere ai bassi e medi regimi – come ogni bicilindrico che si rispetti – ma sanno macinare chilometri senza battere ciglio anche a velocità sostenute. È proprio nella versatilità che queste due giapponesi danno il loro meglio. Sono moto facili da guidare e si prestano bene a chi è agli inizi o nell’uso cittadino, dove gli spazi sono contenuti.

Suzuki in questi frangenti fa valere il peso moderato – grazie al telaio in alluminio – oltre a un cambio e una frizione morbidissimi. Quando però arriva il momento di montare le borse laterali (integrate con sistema onekey per la Kawasaki) e puntare a strade più aperte, lontane dalla vita di tutti i giorni, V-Strom e Versys meravigliano. La posizione in sella – rivista sulla moto di Akashi – è naturale e confortevole per pilota e passeggero. L’imbottitura della sella, la protezione aerodinamica (Kawasaki ha il cupolino regolabile) e la pressoché assenza di vibrazioni fa il resto: vorreste non arrivare mai. La Kawasaki poi da quest’anno monta un serbatoio da 21 litri (20 per la Suzuki) che garantisce grande autonomia.

E’ NELLA VERSATILITA’

CHE DANNO IL LORO MEGLIO.

FACILI DA GUIDARE SI PRESTANO

ANCHE ALL’USO CITTADINO

Tra le curve hanno guide differenti. Più svelta e stradale la nuova Versys, che adotta il cerchio anteriore da 17”, più macchinosa ma di grande stabilità la V-Strom con la classica soluzione del cerchio anteriore da 19” e posteriore da 17”. Soluzione che le permette di affrontare con più serenità qualche dolce sterrato (attenzione però all’abs non disinseribile). La Kawasaki ha ora, grazie al nuovo impianto sospensioni, un equilibrio tra sostegno e confort senza pari nella categoria. Le sospensioni sono inoltre regolabili e permettono di ovviare a un assetto un po’ seduto quando si viaggia con il passeggero o le borse.

Sono moto fantastiche e il mercato in questi anni – pur nella crisi generale – lo ha dimostrato. Finora però erano considerate moto di sostanza, ma con gravi carenze stilistiche. Le grandi doti dinamiche suggerivano di tapparsi il naso e non specchiarsi nelle vetrine ma non tutti ci riuscivano. Molti lasciavano stare optando per modelli meno tutto fare ma più gradevoli all’occhio. Da quest’anno non è più così.

I gusti sono gusti, ma certo le linee della V-Strom, che strizzano l’occhio all’off-road, e quelle spigolose della Versys, non sono più banali o sgraziate. Hanno personalità, hanno armonia (forse di più la Kawasaki) e la cura costruttiva (a eccezione di qualche dettaglio sulla Versys) è da moto di categoria – e prezzo – superiore. Già, perché con meno di 9 mila euro (anche meno per le versioni base) ve le portate a casa ben equipaggiate, anche se poi la lista degli accessori è lunga e ricca di chicche interessanti.

Queste due giapponesi pacate e ragionevoli ci hanno ricordato che andare in moto significa anche sorridere quando si viene superati a 200 km/h da un centauro bardato da gran premio e pensare che non si è accorto che lì, sulla destra, tra gli alberi, si vedeva l’azzurro del mare.

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