Sei modi di dire quattro ruote

Il futuro dell’automotive declinato in una mezza dozzina di proposte. Al Salone di Francoforte i brand si sono sfidati a colpi d’innovazione, soluzioni ecosostenibili ed estetica. La mobilità del domani, qualunque siano le vostre esigenze, è sempre più anticonvenzionale

Non importa se nella giun­gla della strada siete leo­ni o gazzelle, fieri pos­sessori di auto di lusso o habitué del traffico e delle city car: qualunque sia il vostro profilo a quattro ruote dovete prepa­rarvi alla rivoluzione che sta dando vita a macchine completamente diverse da quelle che siete stati abitua­ti a guidare fino a oggi. Perché nel mondo dei motori i tempi cambiano, i limiti di velocità e le Ztl imperano e la coscienza ecologica cresce, con la conseguenza che negli uffici marketing delle case più blasonate si cercano a spron battuto nuove idee. Ecco sei proposte, viste al Salone di Francoforte, che prefigurano altret­tante tendenze per rivitalizzare in Europa il mercato dell’auto.

ELETTRICA ALLA TEDESCA. Appare con il solo rumore di un sof­fio di vento la Bmw i3, elettrica alla tedesca. Nel senso che nasce quando Renault e Nissan hanno già investito un sacco di soldi nelle auto a emis­sioni zero, ovviamente all’insegna di una tecnologia raffinatissima e di tanti accorgimenti che la fanno piacere anche ai più intransigenti at­tivisti verdi. Gli interni, per esempio, sono realizzati con pelle naturale, legno grezzo e fibre vegetali pres­sate. Tutta roba riciclabile, pronta a imbarcarsi dopo una rapida reincarnazione in una Bmw di domani. Lunga quattro metri e disegnata con audacia (tra l’altro è stato abolito il montante centrale), l’i3 è alimentata da una batteria agli ioni di litio e spinta da un motore elettrico che eroga la bellezza di 170 cavalli, per un’accelerazione da zero a 100 all’ora in 7,2 secondi. Già, ma l’au­tonomia? Gli ingegneri del quartier generale di Monaco la quantificano in un massimo di 130/160 chilome­tri, un dato che si concretizza in una percorrenza di almeno 70/80 chi­lometri anche nelle circostanze più sfavorevoli. Il tutto al prezzo di oltre 36 mila euro.

PRESTAZIONI IBRIDUSSS! Con la Porsche ibrida 918 Spyder si entra a pieno titolo nell’Olimpo delle hypercar, con un motore a benzina da 4,6 litri e una coppia di propulsori elettrici che agiscono sugli assi anteriore e posteriore, per una potenza combinata di 887 caval­li e la stratosferica coppia di 1.275 Nm. Così si arriva a 100 all’ora in 2,8 secondi e a 300 in 23. E il bello è che questo bolide può essere fer­ro oppure piuma, nel senso che ha sbriciolato il record sul giro delle vetture stradali al Nürburgring (per la cronaca il tempo è stato di sei minuti e 57 secondi) ma è anche capace di filare per una trentina di chilometri in totale modalità elettrica, quindi a emissioni zero, raggiungendo co­munque i 150 all’ora. Peccato che tanta abbondanza sia destinata a finire nei sontuosi garage di sceicchi, tycoon e affini… costa a partire da 758 mila euro.

LA COUPÈ DE IL SANTO. La Volvo Concept Coupé, che a chi ha le tempie striate di grigio fa venire in mente la P1800 degli anni ‘60, protagonista del serial Tv Il Santo con Roger Moore, sfoggia lo stesso fascino delle linee sinuose, l’identico appeal delle prestazioni di assoluta avanguardia ma guarda al futuro. A cominciare dal motore a benzina, un innovativo quattro cilindri due litri, che agendo in coppia con un propul­sore elettrico arriva a un totale di 400 cavalli. E siccome da sempre dire Vol­vo significa parlare di sicurezza, ecco il sistema Autonomous Steering, una sorta di pilota automatico che si ac­corge del rischio di uscire di strada e interviene sullo sterzo per rimettere la vettura nella giusta traiettoria ed è an­che in grado di vedere nelle tenebre pedoni e ciclisti di frenare prima che sia troppo tardi. Peccato che i padroni cinesi stiano ancora tentennando sul metterla o no in produzione. Michele Crisci, a.d. di Volvo Italia, non ha dubbi: «Sarebbe un successo mondia­le. Resto in attesa…».

SULLE ORME DELLA GOLF. “Attesa” è anche la parola d’ordine che serpeggia tra i fan dell’Infiniti Q30, la nuova creazione del mar­chio del lusso Nissan. L’arrivo nelle vetrine dei concessionari è previsto per l’inizio del 2015 ma il fatto che in Giappone si vada con i piedi di piombo è del tutto giustificato. Le intenzioni, infatti, sono serissime e ambiziose: dar vita a un modello che ripercorra la strada della Volkswagen Golf, da decenni media trendy capa­ce di far dimenticare un prezzo non proprio popolare e di far viaggiare le vendite allo stesso ritmo di quelle dei cocktail in un bar alla moda. In questo caso a essere completamente inediti sono le linee della carrozzeria e gli interni anticonvenzionali, fatti a misura di un pubblico giovane dalle elevate capacità di spesa, tipologia di clientela che per i costruttori di fa­scia alta rappresenta un’inesauribile miniera d’oro.

LA LEZIONE DI LAND ROVER. Jaguar C-X17, la prima Suv della casa britannica passata, attraverso il colonialismo all’incontrario dovuto alla globalizzazione, sotto le insegne del gruppo indiano Tata. Quella ver­so le Sport utility vehicle è una corsa che sta coinvolgendo molti marchi di grande prestigio. Ci stanno lavorando Lamborghini, Bentley e Maserati e il Giaguaro col turbante e il terzo occhio in fronte non ha voluto essere da meno, anche se la piattaforma modulare in alluminio che farà da base alla C-X17 verrà utilizzata pri­ma per una berlina di medie dimen­sioni.

IL FASCINO RETRO DELLA 2 CV. E se understatement, non importa se finto od obbligato, deve essere, meglio cavalcarlo con una vetturetta al passo con i nuovi tempi. Come individuarla? Nell’oceano delle proposte trovare quella giusta è una questione spinosa, risolta alla grande dalla Citroën Cac­tus. Tutto ciò che è superfluo è stato tolto, proprio come avvenne ai tempi della 2 Cavalli, ma se l’antenata era stata studiata per i contadini e le loro rustiche esigenze la pronipote vuole piacere alla gente che si piace. Fuor di metafora, la Cactus ha un design mini­malista da far impallidire Philippe Star­ck che, proprio per questo motivo, non può passare inosservato in un mondo popolato da auto piene di orpelli este­tici. Guardatela e, quando potrete, gui­datela: entrerete con pieno diritto nella nuova era delle quattro ruote.

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