Ha viaggiato quattro anni in giro per il mondo, dal 2008 al 2011, per documentare alberi genealogici e le relative storie familiari. Che, a partire dalla sfera privata, finiscono per essere inserite nel più ampio contesto sociale e politico a cui appartengono. Da quest’esperienza la 37enne artista Taryn Simon ha realizzato un progetto fotografico che si compone di 18 “capitoli”, come lei li definisce, ovvero stirpi familiari, nove delle quali vengono ora presentate al Moma di New York. In una visione che unisce vincoli di sangue, senso d’identità, storia e memoria, sono ritratte vittime del genocidio in Bosnia, orfani dell’Ucraina, la prima donna dirottatrice d’aereo e conigli usati come cavie in Australia, secondo una narrazione complessa e sfaccettata.
Taryn Simon: A living man declared dead e altri capitoli I-XVIIIFino al 3 settembreThe Museum of Modern Art, New York
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