La lunga rotta di Bernard Moitessier

Quello di cui si racconta in questo monumento della letteratura nautica vede come protagonista Bernard Moitessier. È il 1968, quando Moitessier matura l’intenzione di intraprendere il giro del mondo a vela. La sua idea viene intercettata dal quotidiano inglese, Sunday Times, che lo invita a partecipare a una regata mai tentata, ma le resistenze del marinaio franco-vietnamita sono forti. Il quotidiano però insiste e lui cede: si tratta del primo tentativo di solcare gli oceani passando per tre grandi capi, Buona Speranza, Leewin e Horn in solitaria, senza scalo e senza aiuti. Moitessier dopo sei mesi di navigazione è primo a molte lunghezze dagli inseguitori, proiettato verso la vittoria. Ma qualcosa in lui, dopo un’esperienza così intensa, s’inceppa; decide di scrivere un biglietto e lanciarlo sul ponte di una petroliera in pieno Atlantico. Questo il messaggio: «Caro Robert, Capo Horn è stato doppiato il 5 febbraio e siamo al 18 marzo. Continuo senza scalo verso le isole del Pacifico perché in mare sono felice, e forse anche per salvarmi l’anima». Moitessier comunica così il suo addio alla regata e al denaro in premio, e che prosegue la sua navigazione. Questo libro, per un appassionato di navigazione a vela, è come l’abbecedario per lo scolaro, come la Bibbia per il cristiano, come Papillon per chi ha fede nella libertà, come Il Conte di Montecristo per chi crede nella vendetta. La morale? Chi ha un sogno deve realizzarlo senza cedere al compromesso.

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