La cultura? La risposta alla crisi economica per l’Italia. Il settore, che muove il 15,3% del valore aggiunto nazionale – pari a 214 miliardi di euro – è tra quelli che hanno resistito meglio alla recessione. Anzi, mentre il pil dell’Italia scendeva, l’industria culturale e creativa registrava numeri da boom economico, con un export in crescita del 35%. I dati sono tutti riportati nell’ultimo rapporto Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi appena presentato a Roma ed elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere. Si tratta di un’analisi – l’unica in Italia – che analizza non solo il valore prodotto dalle industrie culturali e creative, ma anche quella parte dell’economia nazionale che viene attivata dalla cultura.
LO STUDIO. Entrando nel dettaglio dello studio emerge che dalle 443.458 imprese del sistema produttivo culturale, che rappresentano il 7,3% delle imprese nazionali, arriva il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia: 74,9 miliardi di euro. Che arrivano a 80 circa, equivalenti al 5,7% dell’economia nazionale, se includiamo anche istituzioni pubbliche e realtà del non profit attive nel settore della cultura. Ma la forza della cultura va ben oltre, grazie a un effetto moltiplicatore pari a 1,67 sul resto dell’economia: così per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,67 in altri settori. Gli 80 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 134. Cifre che complessivamente arrivano, come anticipato, alla soglia di 214 miliardi di euro. Una ricchezza che ha effetti positivi anche sul fronte occupazione: le sole imprese del sistema produttivo culturale – ovvero industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico e architettonico, performing arts e arti visive – danno lavoro a 1,4 milioni di persone, il 5,8% del totale degli occupati in Italia. Che diventano 1,5 milioni, il 6,2% del totale, se includiamo anche le realtà del pubblico e del non profit.
La cultura piace anche ai privati: crescono le sponsorizzazioni
La cultura spinge il turismo |
Uno dei maggiori beneficiari dell’effetto traino che la cultura ha sull’intera economia nazionale è il turismo. Il turista culturale che soggiorna in Italia, ad esempio, è più propenso a spendere: 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viene per ragioni non culturali. Del totale della spesa dei turisti in Italia, 73 miliardi di euro nel 2013, il 36,5% (26,7 miliardi ) è legato proprio alle industrie culturali. E al richiamo della cultura, della bellezza e della qualità sono con ogni probabilità legate le ottime performance nazionali nel turismo. Se, infatti, leggiamo le statistiche in modo meno superficiale ci accorgiamo – come spiegano le ’10 verità sulla competitività italiana’ di Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison – che siamo il primo paese dell’eurozona per pernottamenti di turisti extra Ue (con 54 milioni di notti). Siamo la meta preferita dei Paesi ai quali è legato il futuro del turismo mondiale: la Cina, il Brasile, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, gli Usa e il Canada. |