Il potenziale c’è: Russia e Cina prediligono l’Italia, tanto che, secondo la ricerca realizzata per Formez PA dal centro di ricerca internazionale EuroMonitor, nel 2017 questi due Paesi arriveranno a spendere rispettivamente 11,5 miliardi e 10 miliardi di euro. Non solo. Complessivamente, nel 2017 i turisti provenienti dai Paesi Emergenti Brics (Brasile, Russia, India e Cina) sarebbero in grado di imprimere, da soli, una crescita del 40% al fatturato del settore turismo italiano, generando 31,6 miliardi di euro. Questo, appunto, potenzialmente. Nell’immediato, infatti, l’Italia sembra non riuscire a sfruttare a pieno le sue possibilità classificandosi al terzo posto nella Top 10 dei Paesi leader nell’industria turistica. A primeggiare infatti è la Spagna, con oltre 50 miliardi di fatturato registrato nel 2012, seguita da Francia e, appunto, Italia, il cui fatturato 2012 ammonta a 32,6 miliardi di euro. A penalizzare il Bel Paese sarebbero le regioni meridionali che, nonostante la bellezza dei luoghi, deluderebbero sul versante dei pernottamenti negli alberghi. Così accade che nella classifica delle migliori location europee il Veneto si aggiudichi il sesto posto, davanti a Toscana (12°), Campania (42°), Sicilia (59°), Puglia (67°) e Calabria, addirittura 114°. «Se il nostro Paese sarà in grado di recuperare parte della competitività persa», dichiara Carlo Flamment, presidente di Former PA, «nel 2016 il turismo potrà raggiungere almeno l’11,9% del Pil, creando 900 mila nuovi posti di lavoro. Le prospettive di rilancio del turismo mondiale aprono grandi possibilità per le Regioni del Mezzogiorno, dopo i ritardi accumulati in questi anni».
Quel che è certo è che il rilancio non potrà prescindere dal web: stando alla ricerca di TripAdvisor presentata durante il convegno sul turismo organizzato a Roma da Formez PA in collaborazione con Federculture, oltre l’80% degli intervistati dichiara di leggere le recensioni on line per finalizzare la ricerca dell’hotel. In particolare, più della metà gli intervistati italiani non sceglierebbe un hotel privo di recensioni. «Anche su questo punto siamo molto in ritardo», ha commentato Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria, «il 50% dei turisti in Italia sono stranieri ed è su questi mercati che bisogna essere visibili». E a chi gli chiede l’origine dell’arretratezza italiana, risponde: «Sembra che i mali del turismo dipendano sempre da qualcun altro. Oggi la responsabilità dell’immobilismo non è dovuta al Dipartimento del Turismo, ma alle Regioni».
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