Il golf? È l’oppio dei popoli. Lo dicono gli eredi di Mao

Arrivano i primi campioni, cresce la popolarità del golf soprattutto tra i più giovani, ma il regime cinese continua a contrastare lo sport dei ricchi

In Cina il golf diventa il nuovo oppio dei popoli. Sarà per quell’aura elitaria che questo sport si porta dietro, oppure per i tanti campioni statunitensi che ne hanno fatto la storia, ma mazze e palline non riescono a farsi amare dal regime cinese. Perché invece il golf è sempre più popolare tra le masse, anche grazie ai primi giocatori di livello internazionale come Li Haotong, numero 66 del ranking mondiale e terzo all’ultimo British Open.

Il golf in Cina diventa oppio dei popoli

Il golf in Cina però ha un fiero avversario, Xi Jinping, il leader riconfermato del Paese che non sopporta questo “gioco da milionari“. Proprio come Mao Zedong vedeva nei green un simbolo imperialista, così Xi lo associa alla corruzione dilagante nel Paese che negli anni ha portato sotto inchiesta un milione e 340 mila cinesi, 648 mila dirigenti di comuni e 155 mila dignitari di provincia. Già due anni fa il governo portò il primo attacco a chi voleva fare affare – più o meno puliti – ordinando la chiusura di oltre un centinaio di progetti di nuovi campi. Persino Wang Janlin, il miliardario che contende a Jack Ma il trono di uomo più ricco del Paese, s’è visto chiudere l’altra settimana il bel resort da 3 miliardi e mezzo realizzato a Changbaishan, vicino al confine della Corea del Nord, e disegnato dal campionissimo Jack Nicklaus.

Perché dall’altra parte il golf è sempre più popolare in Cina, soprattutto tra le nuove generazioni che seguono le avventure dei primi campioni (oltre a Li Haotong, anche Dou Zecheng e Zhang Xinjun). Il nuovo “oppio dei popoli” infatti viene insegnato nelle scuole come strumento per trasmettere la disciplina, la concentrazione e la buona educazione.

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