I cocktail che non t’aspetti

Gli esegeti del buon bere hanno sdoganato il vino come base per i drink più strani. Come quelli fatti con la Vernaccia o, addirittura, con un rosso passito

La tendenza è ormai in atto da diversi anni ma solo con l’ultima estate, grazie anche ad alcune grandi produzioni cinematografiche, i cocktail a base di vino sono stati sdoganati. Vuoi per la ricerca di gradazione alcolica minore, vuoi per l’effetto freschezza, vuoi per l’effetto glamour, le ricette per realizzare mix a base di vino si sono moltiplicate e oggi non c’è più nessuno che evade la richiesta ricorrendo sbrigativamente alle due ricette storiche realizzate con due prodotti francesi: lo Chablis (bianco a base Chardonnay nel nord della Borgogna) e lo Champagne. Il primo cocktail si chiama Kir e deve il proprio nome alla Borgogna e in particolare da Félix Kir sindaco di Digione negli anni ‘60. La ricetta è molto semplice: si prepara con una misura di créme de cassis (liquore a base di ribes nero) e del vino bianco (tanto che il cocktail veniva anche chiamato Blanc-Cassis). La ricetta storica prevedeva l’utilizzo del vino bianco prodotto in Borgogna con il vitigno Aligotè, un vino quindi molto semplice e senza troppe pretese, mentre oggi dipende dalla fantasia del barman che preferisce abbinamenti più “nobili” come un grande vino bianco locale o un sontuoso Chablis di Borgogna. Sono vini a base Chardonnay, vitigno notissimo e diffuso ovunque ma che solo qui sfodera tutta la sua capacità espressiva non solo nelle note fruttate ma anche in quelle minerali, speziate e complesse. Vi sono diversi villaggi che producono qualità molto diverse dai prezzi più disparati ma per un ottimo Kir non c’è bisogno di spendere un capitale in vino, vi segnaliamo per esempio l’ottimo Chablis Saint Pierre di Albert Pic o quello di Colette Gross, esemplare per le sue note di limone e roccia, un leggero ematico, dalla bocca monolitica, salata e arcigna e uno splendido finale di pesca, lime, e ribes bianco. Importante anche la scelta della Crème de Cassis e quindi pensate a quella di Philippe de Bourgogne che usa esclusivamente ribes di Borgogna, poco produttivo, raro ma ricchissimo di aroma. Crescendo come blasone, eccovi la variante Kir Royale caratterizzata dall’uso dello Champagne: anche qui ovviamente non c’è limite alla spesa per quanto riguarda la bollicina da unire al liquore ma spesso non conviene esagerare, pure un’ottima cuvée base come quella di Louis Roederer farà una figura strepitosa se lo vorrete preparare a casa per gli amici. Possibili varianti: l’utilizzo di liquori a base di more (De Mure) o di lampone come il Framboise, sempre tipici francesi. Chissà come potrebbe venire con un limoncello amalfitano o un nocino fatto in casa… Nel ricettario moderno del barman professionista hanno fatto recentemente la loro comparsa altre tre ricette interessanti a partire dal Watermelon Pepper (cocomero & pepe). Si ottiene con del lime a pezzi, tre foglie di basilico, tre pezzetti di anguria fresca, si schiaccia il tutto, si aggiungono ghiaccio a scaglie, 5 cl vino bianco giovane fresco, pepe rosa on top; tutto in un bicchiere tumbler basso (da scotch whisky). L’onnipresente Prosecco (se volete assaggiarne uno splendido cercate il Cartizze di Col Vetoraz) è protagonista de Il Giusti preparato con 3 cl melone fresco frullato e 7 cl prosecco brut servito in una flute. Un bel bianco altoatesino come il Mueller Thurgau Athesis di Kettmeier può risultare perfetto per preparare il Vino Fico. Su una base di lime a pezzi, tre foglie di menta e un mezzo fico fresco, si schiaccia il tutto, si aggiunge ghiaccio a scaglie, 4 cl di vino bianco , 2 cl soda water on top; si prepara in un bicchiere basso ma abbastanza robusto tipo granity. Non poteva mancare lo spritz, ripreso ormai in mille varianti. La ricetta più classica prevede Prosecco, Aperol e fetta d’arancia ma sono accreditate oggi anche versioni “laterali” usando un qualsiasi vino spumante o bianco (tanto la soda viene comunque aggiunta per dare il gassato alla ricetta) e addirittura, venendo incontro alla moda del rosato, usando un vino rosato come nel caso del Rosatello Spritz, proposto da Ruffino per rilanciare il loro classico Rosato a base sangiovese aggiornato nello stile lo scorso anno.

Ed è subito aperitivo

WARWEMALON PEPPER a base di anguria, basilico, lime, vino bianco giovane e pepe rosa

IL GIUSTI è un trionfo di prosecco e melone

VINO FICO con Mueller Thurgau e lime, fico e menta

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