Grande tour dei motori

Un viaggio tra i più completi e interessanti musei delle case automobilistiche, da Cognento del modenese a San Gimignano passando per Varese, Monaco di Baviera, Wolfsburg e Stoccarda

Un Guggenheim tutto consacrato alla stella a tre punte. E un Poldi Pezzoli dedicato alle vetture che hanno nel tridente il loro segno distintivo, una pinacoteca che espone le opere firmate con un leone rampante, un Louvre che esalta il ruolo delle teutoniche auto del popolo, ma anche il Prado della Bmw e la galleria Citroën: per chi ama le belle auto del passato esiste una sorta di guida ai luoghi d’arte che può fornire lo spunto per un viaggio straordinario, anzi per tanti viaggi, alla ricerca delle nostre radici motoristiche. Si può cominciare con un weekend che abbina i sentori di olio e benzina a quelli inebrianti della cucina emiliana. Sì, perché la prima italianissima meta si trova a Cognento nelle terre modenesi: il Museo dell’auto e moto d’epoca Umberto Panini è un tempio quasi del tutto votato alle Maserati. E la sua Gioconda è il telaio Birdcage, superleggero perché ottenuto saldando insieme sottili tubi di acciaio. Un’opera di alto artigianato automobilistico creata al tramonto degli anni ‘50 per controbattere la mossa dei team inglesi che avevano realizzato i primi monoscocca che, nello scetticismo generale, permisero alla Maserati di mietere vittorie. Nell’edificio arredato in stile liberty che ospita la collezione della famiglia Panini si possono ammirare decine di auto di grande valore storico, oltre a molte moto d’epoca. Meritano una segnalazione la Maserati 6Cm del 1936, prodotta in soli 27 esemplari, e la A6Gcs Berlinetta Pininfarina che vinse tre volte la Mille Miglia nella sua categoria.

La casa del leone

Il viaggio continua spostandosi verso sud. La meta è San Gimignano con lo splendore delle sue 100 torri che, sorprendentemente, ospita tra le sue mura un museo dedicato alla Casa del Leone rampante che ha avuto l’imprimatur di Thierry Peugeot (presidente de l’Aventure Peugeot) e Christophe Bergerand, allora amministratore delegato di Peugeot Italia. Già, ma che ci fa una Galerie Peugeot in provincia di Siena, nel cuore della Toscana? La risposta sta tutta nella passione di Daniele Bellucci, un cultore delle vetture francesi che ha iniziato a collezionare e restaurare i primi esemplari all’inizio degli anni ‘80 e che oggi possiede una collezione composta da una trentina di auto. La più datata è la Bebé del 1916, la macchinina per bambini spinta da un motore 4 cilindri ideata da Ettore Bugatti, la più prestigiosa la 604 limousine del 1980 che ha avuto l’onore di trasportare Papa Giovanni Paolo II. Chi entra in questo edificio vuole riempirsi gli occhi con le belle auto: e allora via a una parata di Peugeot che ha tra i suoi pezzi forti i modelli della gamma 200 (202, 203, 204), tra i quali la 202 berlina del 1948, la prima vettura del costruttore francese a uscire dalle catene di montaggio dopo la Seconda guerra mondiale, e la 202 Canadienne del 1949, con le fiancate in legno per far fronte alla carenza di acciaio dell’epoca. Se invece il vostro cuore automobilistico batte per il Double Chevron emblema della Citroën, ci sono una notizia cattiva e una buona. La prima consiste nel fatto che il museo della casa francese di Aulnay-sous-Bois non è attualmente aperto al pubblico. C’è però la buona novella: per godere della vista di alcuni dei modelli Citroën non si esce dai confini italiani, ma si prosegue il viaggio in direzione nord, fino a Varese. Qui da poco è visitabile il Museo Flaminio Bertoni, consacrato al geniale italiano che ha plasmato la Traction Avant nel ‘33, la Due cavalli nel ‘39, la Ds nel 1955 e la Ami 6 nel ‘61. Le opere esposte provengono dall’atelier dell’artista di Antony rimasto inviolato e chiuso per oltre 30 anni dopo la sua morte. Ritrovare le opere d’arte in movimento di Flaminio Bertoni ci ha portati a ripensare l’auto in una nuova dimensione fatta di plastilina, di forme che anticipano i tempi, di una Ds, la Dea a quattro ruote che plana sull’esistente come un’astronave aliena, bellissima e funzionale allo stesso tempo. Un veloce balzo sull’autostrada ed eccoci a Monaco di Baviera nel santuario di Bmw. Il contenuto è straordinario, ma altrettanto stupefacente è il contenitore: un edificio avveniristico con un sistema di rampe che collega 25 settori espositivi distribuiti su set-te blocchi tematici. Centoventicinque vetture che hanno marcato lo stile creato da Bmw negli ultimi 90 anni. Ricordate l’Isetta, incompresa antenata della Smart? Oppure la 202, la motocicletta R32, la Bmw 328 o la 507? Ma anche la vettura da record H2R e tante automobili, motociclette, macchine da corsa, motori e componenti che illustrano il potere innovativo di questo marchio.

La tana della Volkswagen

E ora si imposta come destinazione sul navigatore satellitare Wolfsburg, come dire la tana della Volkswagen, che ha speso 850 milioni di marchi per dar vita a una struttura che è una sorta di piramide di Cheope applicata alle quattro ruote. Autostadt è il nome del sito di archeologia motoristica, un sito che si estende per 25 ettari accanto allo stabilimento-madre dell’azienda tedesca e occupa circa 1.500 persone. I petali di questo gigantesco fiore sono costituiti da cinque palazzine dedicate agli altrettanti marchi del gruppo: Lamborghini, Audi, Seat, Skoda e, naturalmente, Volkswagen. Poi, finalmente, un corpo centrale, la corolla, con i pezzi più pregiati di una collezione che nessun privato potrebbe permettersi: i primi Maggiolini e tante vecchie fascinose Porsche. Ma non solo. Via libera a Cadillac, Oldsmobile e tante altre splendide vetture. Ad Autostadt, poi, si possono anche ritirare auto nuove di zecca: in due torri in cristallo alte 48 metri sono ospitate 800 auto in attesa dei loro possessori.

Doppietta tedesca

Ed ecco la penultima tappa: Stoccarda. Città della Germania meridionale in cui si mette a segno a doppietta Mercedes-Porsche. Cominciamo con il santuario della Stella a tre punte l’architettura si sviluppa come un flusso continuo: non vi sono né sale chiuse né pareti diritte. Il soffitto si estende per 33 metri senza alcun sostegno. Ognuna delle 1.800 lastre di vetro triangolari che offrono una vista mozzafiato sul panorama circostante è diversa dall’altra. Alto tre piani è capace di raccontare una storia lunga 120 anni che inizia con le auto costruite da Benz e Daimler e continua con la prima Mercedes e altri 80 modelli storici. Come la Blitzen-Benz con la quale Bob Burman stabilì nel 1911 a Daytona Beach un incredibile record mondiale alla velocità di 228 chilometri orari. Da ammirare la 260 D, prima auto diesel di serie al mondo, mentre i palati più fini saranno soddisfatti trovandosi a tu per tu con la celeberrima 300 Sl e le sue portiere ad ali di gabbiano. Pochi chilometri e si giunge al nuovo Museo Porsche, collocato direttamente sulla Porscheplatz di Zuffenhausen. Il nuovo museo, inaugurato il 31 gennaio scorso, è stato progettato dallo studio viennese dell’Architetto Delugan Meissl e appare come un unico corpo monolitico che sembra fluttuare nell’aria tra il piano terra e il primo piano con un’area di esposizione di circa 5 mila mq. Nello spazio centrale molto innovativo si sposano tradizione, storia e know-how scientifico. Al centro di questo spazio c’è l’area principale dove sfilano 80 vetture storiche e numerosi accessori e componenti, accanto agli ormai insuperabili simboli delle auto sportive per eccellenza, le Porsche 911 e 917. Non manca la Classic-Werkstatt: l’officina serve alla manutenzione delle vetture esposte nel museo e contemporaneamente offre assistenza specializzata e risponde ai quesiti tecnici dei clienti. Per il relax ci sono un’area shopping e due ristoranti. In realtà la collezione Porsche conta su più di 400 auto, per la maggior parte ancora impegnate in competizioni e manifestazioni rievocative. Ciò significa che il Museo cambia spesso allestimento, fatto che rende sempre nuova l’esperienza di una visita.

Gallerie da record

850 mln di marchi tedeschi

Il costo del Volkswagen Automuseum

1.800

Lastre di vetro, tutte diverse tra loro, nel museo Mercedes

5 mila metri quadrati

L’area espositiva del museo Porsche

25

I settori espositivi del Bmw Welt di Monaco di Baviera

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